Salvini: «Se necessario sforiamo il 3%». Di Maio: «Basta sparate». Spread a 280

Di Maio: sulle autonomie serve vertice di governo, M5S pronto ma Salvini è offeso per Siri
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Martedì 14 Maggio 2019, 12:38 - Ultimo aggiornamento: 15 Maggio, 07:31

La campagna elettorale si surriscalda e gli alleati gialloverdi litigano anche sul rapporto deficit-pil: per salvini se serve si può sforare il 3%, Di Maio invita ad evitare le sparate che fanno aumentare lo spread. E il differenziale Btp-Bund chiude in effetti in rialzo a 280 dopo aver toccato 283.

Ancora tensioni tra M5S e Lega, con Di Maio che accusa Salvini di essersi spostato all'estrema destra, schierandosi a difesa della casta, e l'alleato che contrattacca rimproverando ai pentastellati di trovarsi in sintonia con il Pd e scatenando la controreazione del ministro grillino: «M5S spostato a sinistra? Se la sinistra è il Pd, per carità, dio ce ne scampi. Non c'è un capo politico che abbia attaccato il Pd come me, il Pd è ancora quello dei renziani con Zingaretti davanti, non voglio averci nulla a che fare».

«Sull'autonomia serve un vertice di governo che chiedo da un mese. Io ero pronto un mese fa, ma dopo la richiesta di dimissioni di Siri il capo della Lega l'ha presa sul personale», dice il vicepremier Luigi Di Maio rispondendo alle domande dei giornalisti in Senato nel corso di una conferenza sulla sanità. «Sono disponibile ma senza vertice per dirimere temi e nodi non si può procedere. Se si va a rilento la Lega lo chieda a se stessa. Sono offesi per caso Siri? Lo rifarei altre cento volte». Poi a Matrix, su Canale 5, rincara la dose: «Non riconosco più Salvini». «È come se si fosse tolto la felpa e avesse messo l'abito buono della vecchia politica... nel caso Siri si è schierato a difesa della casta». 

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Di Maio rinnova poi le critiche sul decreto sicurezza: «A me dispiace che il decreto Sicurezza bis non parli di rimpatri. Perché già il fatto che stiamo facendo un bis fa capire che c'è qualcosa che ci siamo dimenticati nel precedente». Secondo il ministro del lavoro, bisogna «favorire con norme e stanziamenti economici gli accordi di cooperazione allo sviluppo di paesi di provenienza di queste persone per poter attuare i rimpatri».

 





«Il signor Di Maio - replica Salvini - lo venga a spiegare ai veneti e ai lombardi che si è rimangiato la parola data, perché io di parola ne ho solo una. Mi sembra invece che ci siano un po' troppi no. I signor no non costruiscono nulla, in Italia abbiamo bisogno di sì».

«Io per 11 mesi ho mantenuto la parola con gli italiani e con i 5 Stelle. Inizio a notare troppi accoppiamenti fra PD e 5 Stelle, troppa sintonia», prosegue Salvini. «No alla flat tax, no ad Autonomia, no al nuovo decreto sicurezza. E magari riapriamo i porti - aggiunge - . Mi spieghi qualcuno se vuole andare d'accordo con il PD o con gli italiani e la Lega rispettando il patto»

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