Ansia e sincerità: voglia di reality ne “Il Collegio”

Ansia e sincerità: voglia di reality ne “Il Collegio”
di Elena Ceravolo
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Lunedì 13 Maggio 2019, 10:38

Provare è la parola d’ordine. Provano, tra ansia, scarpette e spartiti, una selezione dopo l’altra, per conquistare un posto in talent e reality. In migliaia sono pronti a sfidare selezioni, provini, casting pur di arrivare e dimostrare di avere i numeri giusti. Non solo per sfondare come cantanti o ballerini, perché tra i giovanissimi c’è anche chi sogna il cinema e il teatro, per non dire della schiera di cuochi che sognano una carriera da chef. E così ci provano: da XFactor ad Amici fino al Grande Fratello e Italia’s Got Talent, senza dimenticare Masterchef.
 

 

E sono già 16.500 i ragazzi tra i 14 e i 17 anni pronti a lasciare lo smartphone a casa per tornare indietro nel tempo di almeno cinquant’anni ed entrare nella classe della quarta edizione de “Il Collegio”, il docu-reality in onda su Rai2 (realizzato in collaborazione con Magnolia – Banijay Group) per vivere l’esperienza di una scuola dell’epoca: divisa, calzettoni, testa in ordine, disciplina assoluta. Così come a mensa possono vedersi servire rognoni o rane fritte, e di sicuro olio di fegato di merluzzo tutte le mattine.
Casting per la prima volta nei centri commerciali. A cominciare dal Tiburtino di Guidonia, tappa laziale, per proseguire nel resto d’Italia. Alla fine saranno scelti in 20. Reggeranno senza telefoni e senza social? «Quando mi annoio – dice Sene, romana dei Colli Albani,14 anni e il sogno del cinema – prendo lo smartphone, guardo Instagam, faccio qualche selfie. Per noi il telefono è una maschera che ci nasconde.

I ragazzi dell’epoca si scrivevano lettere, si incontravano, esprimevano più emozioni. Voglio testarmi anche con la disciplina, oggi con i prof abbiamo un rapporto più diretto». Sono arrivati in quattro da Andria (Puglia), tutti compagni di classe davvero, Filiberto, Gianfranco, Michele e Riccardo (primo liceo scientifico Nuzzi). A cosa è più difficile rinunciare? «Al cellulare», «alla mamma», «alla lacca per il ciuffo». Il dubbio per Riccardo: «Chissà come si corteggiano le ragazze senza social. Proverò con i balletti anni ‘60». Per Martina, 15 anni, dall’Olgiata, nove anni studio di canto, sarà difficile stare lontano dagli amici: «Sono un pò ribelle. Vediamo se reggono una come me». Cherif, 16 anni, studia relazioni internazionali, ama il teatro: «Vorrei provare se su di me la disciplina funziona.
Ma non rinuncerò a manifestare le mie idee».

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