Cagnotto: «Voglio portare le mamme sul podio delle Olimpiadi»

Tania Cagnotto al Foro Italico (foto GIANNETTI/TOIATI)
di Paolo Travisi
4 Minuti di Lettura
Lunedì 13 Maggio 2019, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 10:39

Tania Cagnotto torna ad indossare il costume da competizione. Dopo due medaglie a Rio 2016, bronzo nel trampolino da 3 metri e argento nel sincro con l’amica Francesca Dallapè, la campionessa di Bolzano ha detto addio alle scene. Nel frattempo è diventata mamma. E mentre sua figlia Maya ha iniziato a muovere i primi passi, lei, mamma Tania, ha maturato l’idea di rimettere i piedi in acqua. L’obiettivo sono le Olimpiadi di Tokyo 2020, ma solo nel sincro, sempre insieme a Francesca, divenuta mamma a sua volta. La incontriamo al Foro Italico, dove fa visita agli Internazionali Bnl d’Italia per presentare il suo nuovo ruolo di brand ambassador per Exquisa Italia. 
Perché ha deciso di ritornare a tuffarsi?
«Non era nei miei programmi, ormai avevo appeso il costume al chiodo, ma la mia amica Francesca Dallapè mi ha tartassato come un martello pneumatico e ho ceduto. Sono contenta di rifarlo, però senza pressioni, senza il dovere di raggiungere ad ogni costo una medaglia olimpica». 
 



È tornata ad allenarsi. Come si è sentita a indossare di nuovo il costume?
«Mi diverto più adesso che prima, perché vivo il ritorno con leggerezza, speriamo sia abbastanza per qualificarmi alle Olimpiadi. Ogni tanto sento ancora l’adrenalina quando si sta avvicinando una gara, ma non è più quella fame di un tempo. E sono contenta, perché non mi manca la pressione. Ho smesso anche per quel motivo, erano 15 anni che avevo un bel peso e non vorrei più sentirlo».
Lei e Dallapè, entrambe mamme. È un segnale positivo nei confronti di altre donne, che si dividono tra carriera e famiglia.
«Francesca mi ha detto proprio questo per convincermi: “Pensa che bello sarebbe dare questo messaggio al mondo delle mamme”. E ora che ci sono dentro, sento la vicinanza di tante donne, che come noi, sanno quante difficoltà si debbano affrontare ogni giorno. La nostra impresa è dimostrare che si può fare». 
Qual è il percorso per Tokyo 2020?
«Tra due settimane abbiamo i campionati italiani assoluti a Bolzano, a giugno il Grand Prix. Per dicembre dovremo confrontarci nel sincro con Elena Bertocchi e Chiara Pellacani, che nel frattempo sono diventate campionesse europee. Dovremo dimostrare di essere le migliori. Ad aprile 2020, poi, ci sarà la Coppa del mondo a Tokyo ed entro marzo la Federazione deciderà chi mandare. Abbiamo una sola possibilità per qualificarci».
Ha paura del confronto col passato?
«No, perché le medaglie e la carriera che ho avuto non me le toglie nessuno. Prima e dopo Maya sono due carriere diverse. Oggi voglio godermi il viaggio e non più il risultato».
Emozioni sportive e familiari possono essere paragonate?
«Sono molto diverse. L’emozione a Rio è stata un’esplosione, perché era sofferta, ci ho messi 15 anni per vincere una medaglia olimpica. Per Maya sta crescendo lentamente ed è surreale, mi emoziono se fa un versetto».
La giornata tipo di una mamma olimpica?
«Una corsa continua, non mi riposo mai, non ho pomeriggi liberi per stare sul divano, ma ho la fortuna di portare Maya con me in piscina. L’acqua piace anche a lei. Ma stiamo lottando e questo ritorno è anche per lei».
Prima di diventare una campionessa dei tuffi, da giovanissima ha provato il tennis. Agli Internazionali per chi farà il tifo?
«Ho iniziato a far tennis da piccola, però mi mancavano forza e potenza.
Nel tennis ho seguito molto Schiavone, Errani e Pennetta. Mi piace Fognini e sono una fan di Federer e Nadal. Qui vedrò la mia prima partita di tennis dal vivo, e faccio il tifo per gli italiani».

© RIPRODUZIONE RISERVATA