Salvini contestatori a Catanzaro: sento moscerini rossi, andate da Oliverio

Salvini contestato a Catanzaro: sento moscerini rossi, andate da Oliverio
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Venerdì 10 Maggio 2019, 18:02 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 12:15

Salvini a Catanzaro fa il solito pieno di applausi e selfie ma deve fare i conti anche con qualche contestazione. In mattinata a Platì, nel cuore dell'Aspromonte, per consegnare, da Ministro dell'Interno, un bene confiscato alle cosche alla Diocesi di Locri-Gerace e per inaugurare una via intitolata ad un carabiniere ucciso dalla 'ndrangheta; poi, nel primo pomeriggio, a Catanzaro, da leader della Lega, per un comizio in piazza. Con un contorno di contestazioni a cui il ministro risponde a muso duro.

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In Calabria, nei due appuntamenti della giornata, Matteo Salvini mette soprattutto in fila i risultati di quella che definisce «l'antimafia del fare»: in provincia di Reggio Calabria, stanotte abbiamo sequestrato 251 milioni di beni, un risultato che si aggiunge ai 25 immobili sgomberati e messi nella disponibilità dei sindaci, mentre i reati, tutti, sono calati del 14% rispetto allo scorso anno«.

Un concetto ribadito a Catanzaro dove, nel corso del comizio, il ministro sottolinea come oggi, il Viminale abbia restituito 41 tra ville, case e aziende confiscate alla 'ndrangheta. »Noi la vogliamo combattere paese per paese, mafia, camorra e 'ndrangheta« sottolinea prima di criticare chi lo sta contestando con fischi ed insulti. »Mi piacerebbe - dice - che qualche figlio di papà usasse questa voce non contro chi riporta l'ordine ma contro gli 'ndranghetisti che stanno massacrando una splendida regione«.

Nel capoluogo anche contestazioni alle quali il ministro risponde a tono: »Sento delle zanzare, dei moscerini rossi. Andate a trovare Oliverio, chi si somiglia si piglia. Le minacce non mi fanno paura. Mi fanno paura l'ignoranza e la maleducazione«, replica ad un gruppo che dal fondo della piazza fischiava e urlava slogan contro di lui. In un edificio della zona nord di Catanzaro, alcuni residenti hanno esposto ai balconi alcune lenzuola con scritte di contestazione al leader della Lega. »Non in mio nome« e »la Lega una vergogna«, alcune delle scritte.

Salvini, a Platì, torna sul tema dell'immigrazione (»La Mar Jonio non entrerà in porto a Lampedusa da nave libera«), ma, nel contempo, evita di commentare gli ultimi sondaggi che danno la Lega in calo rispetto alle scorse settimane. Nel paese che fu dei sequestri e dei tanti bunker casalinghi utilizzati dai latitanti, e dove i bambini fanno tanti selfie con il ministro venuto dal Nord, il titolare del Ministero dell'Interno concentra la propria attenzione sulla lotta alla criminalità organizzata e sulla necessità di dare prospettiva ad una terra dove, dice, »c'è una fame di lavoro che fa crescere la 'ndrangheta«.

Mentre i piccoli allievi della scuola elementare intonano l'inno di Mameli, sventolando il tricolore, Salvini, assieme alla vedova del brigadiere dell'Arma Antonino Marino, già comandante della stazione di Platì, scopre la targa di intitolazione della via sulla quale sorge l'immobile confiscato a Giuseppe Barbaro, boss dell'omonima famiglia, morto in carcere nel 2018, ritenuto il mandante dell'omicidio del sottufficiale. »Se c'è qualcuno - sottolinea Salvini - che sta ascoltando dietro ad una qualche finestra, sperando che la manifestazione di oggi non sia altro che una passeggiata in una mattina di maggio, perché poi tutto tornerà come prima, dico che andiamo a prendere i delinquenti uno per uno, via per via e paese per paese«. »In queste terre c'è un mare stupendo - aggiunge il ministro - ma non ci sono infrastrutture, non ci sono strade, ferrovie ed esistono difficoltà anche per gli aeroporti.

Sono orgoglioso di quello che fanno uomini e donne forze dell'ordine, in trincea con arresti, indagini, sequestri e confische. C'è tanto ancora da fare. Platì è pieno di bambini ed è uno dei comuni con il maggiore tasso di natalità ma, purtroppo, anche con il più alto tasso di disoccupazione«.

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