Film pirata alla Sapienza, Andrea Occhipinti (Lucky Red): «La proiezione va fermata»

Film pirata alla Sapienza, Andrea Occhipinti (Lucky Red): «La proiezione va fermata»
di Marco Pasqua
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Giovedì 9 Maggio 2019, 08:20 - Ultimo aggiornamento: 13:01

Potrebbe sembrare uno scontro iniquo: da una parte una grande società di produzione e distribuzione cinematografica, dall’altra un gruppo di universitari che ha scelto di proiettare (abusivamente) un film. Ma la realtà, al netto dei proclami opportunistici e ipocriti firmati dagli abusivi di cui sopra, è diversa e fotografa una questione di principio, di non poco conto, ovvero la tutela di un’industria e dei suoi posti di lavoro. E, quindi, le parole di Andrea Occhipinti, “papà” e anima della Lucky Red, vanno lette solo in difesa di quei professionisti che rendono possibile l’esistenza in vita del cinema italiano.

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«Qui non parliamo di una proiezione come tante altre – dice Occhipinti, la cui società ha portato al cinema circa 500 titoli, distribuendone una media di 15/18 all’anno – questa è una proiezione pirata».
Che avviene all’interno di un’università, La Sapienza, che però nulla ha a che fare con questa attività, firmata dai cosiddetti collettivi.
«Studenti sfuggenti, che si nascondono dietro ad una pagina Facebook...».
Lei ha appreso dalla stampa la notizia della proiezione di stasera del film “Nausicaä della Valle del vento”, distribuito dalla sua Lucky Red. Come ha reagito?
«Noi siamo per la legalità, perché siamo persone che vivono di questo lavoro. Non possiamo permettere, in nessun modo, che qualcuno organizzi una proiezione senza aver prima chiesto il permesso. Noi combattiamo questo genere di attività, perché siamo contrari alla logica secondo la quale tutti hanno diritto di avere tutto gratuitamente».
Anche perché dietro ai vostri film c’è un lavoro regolarmente retribuito...
«Ci sono dei professionisti che vivono del loro lavoro. Se tutti si comportassero come questi studenti, ci sarebbe tanta gente che perderebbe il suo posto. Io lo trovo francamente ridicolo».
Veniamo alla proiezione di stasera, la prima di quattro. I vostri legali si sono subito mossi, incontrando oggi (ieri per chi legge, ndr), quelli della Sapienza. Come è stato il confronto?
«L’ateneo ci ha detto di aver fatto le segnalazioni del caso alle autorità e che si stava attrezzando per far sì che questa proiezione non avesse luogo. Ma la situazione è molto complessa e non è facile arginarla».
I promotori dell’ iniziativa si sono difesi dicendo che non possono «sostenere costi alti».
«Stupidaggini. I costi non sono alti. E tra le altre cose, abbiamo sempre collaborato con chi proiettava i nostri film per scopi didattici, concedendoli gratuitamente. Ma questo certamente non è il caso: qui c’è una serata di intrattenimento, vera e propria, dove viene usato in maniera abusiva il nostro film. Mi fanno sorridere quando dicono che il loro obiettivo è quello di far tornare la gente al cinema: non è vero, fanno semplicemente concorrenza sleale a chi ha degli impiegati e li paga. E sa anche cosa mi dispiace?»
Cosa?
«Che queste persone, in passato, ci hanno fatto i complimenti – penso alla produzione, da parte della Lucky Red del film su Stefano Cucchi (Sulla mia pelle): un’opera che non sarebbe mai stata possibile se non fossimo una realtà remunerativa».
Quindi, se si fosse trattato di una proiezione didattica, lei avrebbe potuto concedere gratuitamente il film?
«Se ce lo avessero dimostrato sì, certo. Ma qui il diritto allo studio non c’entra nulla. Penso che dietro a queste proiezioni ci sia un’economia: questi studenti, forse, vivono di questo. Parlano di costi alti, quando non hanno neanche provato a parlare con noi».
Se stasera il film dovessero essere proiettato, come vi muoverete?
«I nostri legali si sono già mossi».
Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale Fapav (Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi), ha definito «sconcertante» l’iniziativa, evidenziando come «in luogo universitario, vadano promosse manifestazioni fondate sulla cultura della legalità».
«Questi ragazzi non sono difendibili.

E non si rendono neanche conto che dietro alla pirateria, quella alla quale hanno attinto, forse, per scaricare i nostri film, ci sono organizzazioni criminali internazionali. Per questo ci batteremo contro queste pratiche». 

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