Unicredit vende il 17% di Fineco poi scenderà ancora. Incassato un miliardo

L'amministratore delegato di Fineco, Alessandro Foti
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Martedì 7 Maggio 2019, 18:15 - Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 14:22
Unicredit si alleggerisce ulteriormente in Finecobank e mette in vendita sul mercato il 17% del capitale. L'operazione però non è piaciuta e in Borsa Fineco ha ceduto il 7,4% a 10,25 euro, mentre Unicredit il 3,2% a 11,4 euro.

La transazione è avvenuta al prezzo di 9,80 euro per azione, pari a uno sconto del 4,4 per cento circa rispetto all'ultimo prezzo di chiusura di Fineco pre-annuncio. Il corrispettivo complessivo incassato da Unicredit è stato pari a circa 1,014 miliardi.

Jean Pierre Mustier e la sua squadra iniziano così a mettere le basi per il nuovo piano al 2023, che sarà pronto a dicembre. La prima linea parte della banca multicanale che, insieme alla cessione di asset immobiliari e ad un ulteriore dimagrimento sugli npl (sopra l'obiettivo dei 14,9 miliardi), costituisce l'architrave per raggiungere la parte superiore del buffer di 200-250 punti base del Cet1 ratio sui requisiti patrimoniali entro fine 2019. Messo in cantiere l'allineamento progressivo nel tempo, in termini relativi, del portafoglio di titoli di stato nazionali ai portafogli detenuti dai gruppi bancari italiani ed europei. Tra le misure anche l'ottimizzazione del costo della raccolta.

A seguito della chiusura dell'offerta, il gruppo di Piazza Gae Aulenti deterrà una quota di minoranza (circa il 18%) di
Fineco che sarà classificata come partecipazione finanziaria. Unicredit ha già ridotto la propria partecipazione nel gioiello del risparmio gestito, due volte nel 2016 (l'azione era a circa 5 euro, ora è il doppio a 10,5 euro) incassando in tutto 900 milioni di euro e ottenendo un benefico di 20 punti base in termini di Cet1. Ora questa ulteriore alleggerimento. Per Fineco non cambia «assolutamente niente» con «una situazione di totale assoluta continuità con quello che è l'azienda adesso», spiega all'agenzia Ansa l'amministratore delegato, Alessandro Foti indicando
che la banca continuerà a «lavorare nella direzione di crescita organica senza sostanziale interesse per attività di crescita per linee esterne».

Superato, dal punto di vista operativo, anche il nodo degli 8,3 miliardi di obbligazioni Unicredit detenute da Fineco. Un 'collateral', ovvero una garanzia, messa a disposizione dal gruppo di Piazza Gae Aulenti, nell'ambito di un accordo siglato tra le due banche, consente di abbattere - sottolinea ancora Foti - in maniera quasi totale il rischio complessivo di queste esposizioni, il tutto senza costringere Fineco a vendere in maniera anticipata i bond e senza generare anche degli impatti negativi sui margini di interesse. Mantenuto in vigore anche l'attuale contratto di licenza del marchio con l'opzione per Fineco di acquistarlo in futuro, sulla base di una serie di finestre di esercizio stabilite fino al 2032. UniCredit continuerà poi a fornire determinati servizi alla banca multicanale, come l'accesso ai bancomat e ai servizi amministrativi per un periodo di 20 anni. 

 
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