Roma, accusò il collega pizzaiolo per un bacio: rinviata a giudizio per calunnia

Roma, accusò il collega pizzaiolo per un bacio: rinviata a giudizio per calunnia
di Adelaide Pierucci
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Martedì 7 Maggio 2019, 10:09

Aveva fatto finire in galera un collega, un pizzaiolo, accusandolo di averle rubato un bacio nel retrobottega, riservandole anche carezze inopportune. Ora sarà lei, la denunciante, a finire a processo e con l’accusa di calunnia. Il bacio è stato considerato un approccio, non un abuso. L’allarme scatenato, con la richiesta della polizia, che ha portato all’arresto del giovane, è stato considerata una falsa accusa. Nel frattempo Valerio Cesarini, il 25enne accusato ingiustamente, per il bacio non corrisposto è rimasto cinque giorni in galera e 40 ai domiciliari. A scagionarlo dopo l’arresto un video portato in aula dalla difesa, e fornito dal proprietario della pizzeria. Il sistema di videosorveglianza interno infatti aveva registrato per intero la scena. E l’approccio più che violento è apparso a tutto scherzoso. Una volta a processo così il piazzaiolo era stato assolto.

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Il fatto risale all’ottobre del 2017 in una pizzeria a Villa Gordiani. La presunta vittima, una collega di 19 anni, addetta al bancone, è invece finita iscritta nel registro degli indagati per calunnia, e ieri, il gip ne ha disposto il rinvio a giudizio. I difensori del pizzaiolo, Marianna Rociola e Gabriele Vescio, avevano basato la loro arringa sulla insussitenza dell’accusa, come provato dal video: «In assenza di quel video discolparsi sarebbe stato quasi impossibile». In una serata di ordinario lavoro nel bar-forno La Merendina, al Prenestino, mentre stendeva una pizza dopo l’altra, Valerio Cesarini si ritrova alle spalle la collega. I due si fanno il solletico sorridendo, poi lui le mette le mani sulle guance per baciarla, ma lei si ritrae. Infine, da dietro, lui la abbraccia e le appoggia le labbra sul collo. Al nuovo rifiuto lascia perdere e la ragazza si allontana con calma. L’episodio però deve aver particolarmente turbato la ragazza, tanto che dalla pizzeria chiama il padre e il fidanzato, che accorrono là e chiamano pure la polizia. Il pizzaiolo, stupefatto, si ritrova in manette, arrestato in «quasi flagranza», di cosa, lo scoprirà dopo. 

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