Ferrazzoli (Cisl): «Autonomia,
è un progetto che rischia
di affossare la nostra scuola»

Carlo Ferrazzoli CISL
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Venerdì 3 Maggio 2019, 00:01
L’autonomia ventilata per il Veneto, Lombardia e l’Emilia Romagna, rischia di avere pesanti ripercussioni per la scuola frusinate.

E’ vero che il patto siglato dall’ex premier Paolo Gentiloni, riguarda essenzialmente l’amministrazione delle Regioni; ma, a caduta, interesserebbe poi anche la sanità e le scuole.

Ecco perché, nonostante l’accordo siglato all’alba di una settimana fa  tra i sindacati della scuola e il premier Giuseppe Conte, ancora aleggia lo spettro di una riforma che darebbe il via a una forte autonomia, fondata, appunto, sulla «regionalizzazione».

IL 1° MAGGIO A ISOLA LIRI

E fortemente contrari alla «regionalizzazione» sono appunto i sindacati della Scuola che mercoldì 1° maggio,  (in forma unitaria) nella storica manifestazione del 1° Maggio a Isola Liri, hanno organizzato un gazebo informativo, per sensibilizzare i cittadini sul rischio che si corre.

Carlo Ferrazzoli, Segretario provinciale della Cisl Scuola spiega: «Quello della regionalizzazione è un progetto folle, che porterebbe ad accentuare le disuguaglianze e gli squilibri tra i vari Istituti. E mi spiego: qualora passasse il principio dell’autonomia, è evidente che le scuole delle Regioni più ricche (come Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna) avrebbero a disposizioni maggiori fondi per i laboratori, per le palestre… ma anche per i salari. Mentre è evidente che, almeno nella scuola, i livelli essenziali delle prestazioni devono essere uguali per tutti, in Val d’Aosta così come in Sicilia».

Intanto le tre regioni hanno chiesto la regionalizzazione dei concorsi, l’assunzione di insegnanti soltanto in ruoli regionali e persino una differenziazione degli stipendi.
Ecco perché il sindacato non ci sta, ed è pronto alla mobilitazione. Nel frattempo, solo in Ciociaria, ha raccolto 3.000 firme contrarie a questo nuovo sistema.

«Mi chiedo – prosegue Ferrazzoli – in nome di quale popolo, un governo che si definisce del popolo, si appresti a manomettere il sistema nazionale d’istruzione. Se le intese firmate diventassero legge si stravolgerebbe un assetto i cui princìpi sono fissati dalla Costituzione» aggiunge Carlo Ferrazzoli, che sottolinea: «Il progetto, in definitiva, andrebbe ad accentuare disuguaglianze e squilibri che, purtroppo, già oggi, esistono».

I PENSIONAMENTI

Insomma, per la Scuola è un momento particolarmente delicato.

E lo è ancor di più considerando gli effetti dei pensionamenti che «Quota 100» si appresta ad avere sull’organico.
Il provvedimento, infatti, ha già generato nella provincia di Frosinone 170 domande nel settore scuola (tra docenti, personale tecnico e ausiliario).

A questi, vanno aggiunti gli altri pensionamenti (in virtù della legge Fornero) per cui, in totale, a breve saranno 350 le cattedre in Ciociaria che rimarranno scoperte. «Un numero che purtroppo – spiega Carlo Ferrazzoli – non riusciremo a colmare, visto che le nuove assunzioni non sono state programmate. Si attende l’avvio del Concorsone (previsto per l’estate) ma nel frattempo la stabilizzazione dei precari, chiesta con forza da noi sindacati e inserita nell’accordo con Conte, è attualmente assente nel Def».

La Cisl e le altre sigle hanno posto che, nella stabilizzazione, sia data priorità a chi è in servizio da 36 mesi, rimarcando la necessità di aumenti salariali, visto che le indicizzazioni sono bloccate da molto tempo. La trattativa è in corso.

«E’ un momento molto delicato per la Scuola – conclude Ferrazzoli – e noi, come Cisl, di certo non abbasseremo la guardia».

 
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