Reddito, agli stranieri 60mila card ma i controlli solo a ottobre

Reddito, agli stranieri 60mila card ma i controlli solo a ottobre
di Francesco Bisozzi
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Martedì 30 Aprile 2019, 00:57 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 12:21
Entro il 10 maggio saranno state distribuite ai cittadini stranieri extra-Ue circa 60 mila card per il reddito di cittadinanza. Ma solo tra sei mesi si saprà se avevano effettivamente diritto al sussidio del Movimento 5 Stelle. Non sarà possibile infatti verificare prima di ottobre l’entità di eventuali patrimoni detenuti nei Paesi di origine dagli extracomunitari che a marzo hanno presentato domanda per il beneficio. La falla nei controlli è stata chiusa una volta che il decreto è stato convertito in legge, un mese dopo che il reddito di cittadinanza aveva ufficialmente preso il via, lasciando il tempo a decine di migliaia di richiedenti di approfittare della corsia preferenziale. 

IL BUCO
Adesso i cittadini provenienti da fuori l’Ue hanno sei mesi di tempo per allegare alla domanda trasmessa a marzo una certificazione dei patrimoni detenuti all’estero, bollinata dalle autorità del proprio Paese di origine, in modo tale da non perdere il diritto al sostegno. Nel frattempo, però, continueranno a intascare i bonifici mensili dello Stato, senza correre il rischio di dover restituire parte della somma dopo l’estate nel caso in cui non venissero più riconosciuti come idonei. Si stima che sulle card rilasciate ai cittadini extracomunitari che a marzo sono sfuggiti ai controlli verranno depositati da qui a ottobre tra i 150 e i 200 milioni di euro complessivi. 
Si tratta di una delle tante storture di una misura con innumerevoli punti deboli. Oltre a quelli legati all’Isee, gli unici requisiti di cui dovevano essere in possesso gli stranieri prima che il decreto venisse convertito in legge riguardavano il tempo di residenza e la natura del permesso di soggiorno. Dopodiché ad aprile è stato introdotto l’obbligo di presentare a integrazione dell’Isee una certificazione dei patrimoni nei Paesi di origine. Il paletto ha contribuito questo mese a rallentare le domande da parte di nuclei extra-Ue: solo 10 mila ad aprile. Le circa 60 mila card per i beneficiari extracomunitari già approvate rimarranno in funzione però per altri sei mesi. Per avere diritto al sussidio di matrice pentastellata gli stranieri devono essere residenti in Italia da almeno dieci anni, di cui almeno due in maniera continuativa, oltre a essere in possesso di un permesso di soggiorno di lungo periodo. 

I NUMERI
Sono 116 mila le domande presentate da cittadini non italiani, comunitari ed extracomunitari, che risultano già atterrate sulla piattaforma dell’Inps. Di queste 86 mila provengono da cittadini extra-Ue. I richiedenti di nazionalità rumena sono 23.335, quelli con passaporto marocchino arrivano a 21.198, mentre dai cittadini albanesi sono giunte 9.724 richieste. Gli stranieri costituiscono il terzo più grande bacino di utenza del sussidio dei grillini: solo Campania e Sicilia, dove è stato superato il tetto delle 300 mila istanze complessive, hanno totalizzato un maggior numero di richieste per il sussidio finora. In fondo alla classifica regioni come la Valle D’Aosta (1.259), il Trentino Alto Adige (3.355), il Molise (5.952), il Friuli Venezia Giulia (11.768) e l’Abruzzo (22.090). L’estensione del beneficio alla popolazione di origine estera aveva sollevato fin da subito le obiezioni della Lega, ma i Cinquestelle si erano detti pronti a restringere la platea ai soli beneficiari italiani. Poi però il governo ha virato su una soluzione di ripiego, escludendo dal reddito di cittadinanza i cittadini con meno di dieci anni di residenza in Italia. Infine, ha introdotto l’obbligo delle certificazione dei patrimoni all’estero, da cui sono esentati al momento i rifugiati politici oltre ai cittadini extracomunitari provenienti da nazioni in cui è impossibile ottenere la certificazione richiesta (manca ancora una black list definitiva dei paesi da considerare off limit). Ma il rischio or è la valanga di ricorsi.
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