Atp Finals, Torino per trasformarsi nel mondiale del tennis

Sascha Zverev
di Gianluca Cordella
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Giovedì 25 Aprile 2019, 09:30
Potete chiamarlo Masters, nome storico che adottò sin dalla sua prima edizione del 1971. O Atp Finals, etichetta decisamente più moderna in vigore dal 2009. Che siate vintage o radicati più che mai nel presente, comunque, la sostanza non cambia: si parla sempre del torneo di fine anno che mette di fronte i migliori otto giocatori di tennis al mondo. E che - qui sì che la sostanza cambia - a partire dal 2021 e per cinque edizione si disputerà a Torino. Una novità assoluta per l’Italia che mai aveva ospitato prima l’evento. L’ufficialità - anticipata dal Messaggero due giorni fa - è arrivata ieri. Dopo una corsa lunga otto mesi e ricca di saliscendi, la candidatura italiana ha sbaragliato quella di Londra, Manchester, Tokyo e Singapore, le ultime quattro ad alzare bandiera bianca tra le circa 40 città che avevano strizzato l’occhio alla manifestazione. Inutile dire che per il nostro sport, e non solo per lo sport, si tratta di un successo clamoroso: nel 2021 l’Italia ospiterà gli Internazionali Bnl di Roma - Masters 1000 “storico” che per blasone si colloca appena un gradino sotto i quattro Slam - le Next Gen Finals a Milano (il Masters riservato agli Under 21) e le Atp Finals a Torino. Coniamo il claim “La casa del tennis” prima che ci pensi qualcun altro: è ovvio, ma rende l’idea.

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IL MONDIALE DELLA RACCHETTA
L’Atp sta investendo molto sul torneo e l’idea è di riportarlo ai fasti del passato. Non a caso è stato subito annunciato che la prima edizione torinese del Masters avrà un montepremi record da 14,5 milioni di dollari. Non male per attrarre giocatori mediamente esausti al termine di una stagione massacrante. E, d’altra parte, nella vittoria italiana pesa molto la volontà stessa dei campioni che spingevano per la soluzione europea. Il calendario, infatti, colloca tra settembre e ottobre i tornei in Asia. Quindi si ritorna a giocare in Europa verso l’ultimo Masters 1000 della stagione, Parigi-Bercy, la cui finale è in scaletta il 3 novembre. Una nuova traversata intercontinentale per giocare le Finals in Giappone o a Singapore era malvista dai big. Così come passare da Londra, sede attuale, a Manchester, avrebbe avuto quasi il sapore di un depotenziamento geografico, in controtendenza con il progetto dell’Atp. Nella “finale” tra Londra e Torino è stata decisiva la mossa del governo che con un decreto della presidenza del Consiglio ha stanziato i 78 milioni di euro per il montepremi quinquennale sui quali invece la capitale britannica faceva resistenza. Ora, tra sponsor e interventi delle amministrazioni locali, bisognerà trovare i restanti 170 milioni per arrivare a quei 250 stimati come budget complessivo. I dati dei rientri invitano comunque all’ottimismo: il ritorno economico è infatti stimato tra i 120 e 150 milioni all’anno, frutto anche dei 250 mila spettatori stimati per ogni singola edizione.

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LE STRUTTURE
Teatro delle Finals torinesi sarà il Pala Alpitour, struttura polivalente costruita per le Olimpiadi del 2006 in grado di ospitare poco meno di 15 mila spettatori. Torneranno protagonisti il mitico Circolo della Stampa (dove Pietrangeli vinse gli Internazionali dei 100 anni dell’Unità d’Italia) e la Piscina Monumentale, dove saranno allestiti i campi di allenamento. La Casa del Teatro ragazzi e giovani sarà invece la base di media, sponsor e organizzazione. Ora manca solo un tennista italiano che, per quella data, possa ambire a vincere il mondiale della racchetta.
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