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IL MONDIALE DELLA RACCHETTA
L’Atp sta investendo molto sul torneo e l’idea è di riportarlo ai fasti del passato. Non a caso è stato subito annunciato che la prima edizione torinese del Masters avrà un montepremi record da 14,5 milioni di dollari. Non male per attrarre giocatori mediamente esausti al termine di una stagione massacrante. E, d’altra parte, nella vittoria italiana pesa molto la volontà stessa dei campioni che spingevano per la soluzione europea. Il calendario, infatti, colloca tra settembre e ottobre i tornei in Asia. Quindi si ritorna a giocare in Europa verso l’ultimo Masters 1000 della stagione, Parigi-Bercy, la cui finale è in scaletta il 3 novembre. Una nuova traversata intercontinentale per giocare le Finals in Giappone o a Singapore era malvista dai big. Così come passare da Londra, sede attuale, a Manchester, avrebbe avuto quasi il sapore di un depotenziamento geografico, in controtendenza con il progetto dell’Atp. Nella “finale” tra Londra e Torino è stata decisiva la mossa del governo che con un decreto della presidenza del Consiglio ha stanziato i 78 milioni di euro per il montepremi quinquennale sui quali invece la capitale britannica faceva resistenza. Ora, tra sponsor e interventi delle amministrazioni locali, bisognerà trovare i restanti 170 milioni per arrivare a quei 250 stimati come budget complessivo. I dati dei rientri invitano comunque all’ottimismo: il ritorno economico è infatti stimato tra i 120 e 150 milioni all’anno, frutto anche dei 250 mila spettatori stimati per ogni singola edizione.
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LE STRUTTURE
Teatro delle Finals torinesi sarà il Pala Alpitour, struttura polivalente costruita per le Olimpiadi del 2006 in grado di ospitare poco meno di 15 mila spettatori. Torneranno protagonisti il mitico Circolo della Stampa (dove Pietrangeli vinse gli Internazionali dei 100 anni dell’Unità d’Italia) e la Piscina Monumentale, dove saranno allestiti i campi di allenamento. La Casa del Teatro ragazzi e giovani sarà invece la base di media, sponsor e organizzazione. Ora manca solo un tennista italiano che, per quella data, possa ambire a vincere il mondiale della racchetta.
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