Milan-Lazio, la svolta finale

Milan-Lazio, la svolta finale
di Emiliano Bernardini
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Mercoledì 24 Aprile 2019, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 10:41
Tutto in una notte. Sul panno verde di San Siro Inzaghi e la sua la Lazio devono andare all-in per non alzarsi dal tavolo con tanti rimpianti. C’è una finale di Coppa Italia e magari anche l’ingresso di riserva in Europa League. Si gioca a carte scoperte perché a questo punto della stagione è impossibile barare. Nessun asso nella manica, il tecnico biancoceleste e quello del Milan sanno bene quali carte ha in mano l’altro. Si giocano tanto entrambi. Conterà solo la strategia e il modo in cui ci si approccerà ad una partita che conta quanto una finale. Inzaghi sente addosso il doppio della tensione. E’ arrivato a giocarsi la semifinale in un clima rovente. Il solo punto guadagnato nelle ultime 4 gare di campionato (escluso il recupero con l’Udinese) non è andato giù a nessuno. Soprattutto per come sono state perse certe gare. In particolare quella di sabato contro il già retrocesso Chievo. Le strigliate di Pasqua e è Pasquetta del presidente Lotito hanno messo ulteriore pressione su giocatori e tecnico. Ma non poteva essere altrimenti, non ci sono scusanti per la vergognosa sconfitta contro i gialloblù. Non che la società sia esente da colpe visto che alcuni giocatori messi a disposizione di Inzaghi si sono rivelati completamente inadatti. Ora però devono essere i giocatori di maggior peso a non tradire nuovamente (vedi il calcio da rosso di Milinkovic) e tirare fuori la Lazio dal pantano in cui si è infilata. Vincere per continuare a respirare o morire subito. Eh già perché comunque vada in estate sarà rivoluzione. Ancora una volta. Il finale di stagione ne determinerà solo l’entità. Cambieranno soltanto i calciatori o anche il tecnico? Si vedrà. Ora bisognerà capire da che parte sta più di qualcuno. Schierate in campo Lazio e Milan non hanno un dislivello così grande. Le due squadre si equivalgono. La differenza la fanno quei particolari che più di una volta hanno tradito i biancocelesti: i blackout, il modo di difendere, la poca cattiveria sotto porta e le “follie” dei singoli. Non sono più ammessi certi errori. Inzaghi ha parlato con la squadra perché si è sentito tradito. Va bene aver un calo ma la resa totale no. «Ci giochiamo tanto, la partita sarà tiratissima. C’è l’intenzione di centrare la finale, cercheremo di far parlare il campo, ma c’è voglia di rivalsa. Bisogna essere bravi a fare una gara propositiva e indirizzare gli episodi a nostro favore. In due giorni abbiamo preparato bene la partita, vogliamo centrare la finale, la vogliamo a tutti i costi. Mi porterò cambi importanti: sono fondamentali i calciatori titolari, ma anche chi subentrerà» ha sottolineato il tecnico provando a tenere tutti sulla corda. Non sta certo meglio Gattuso che comunque vada a fine anno lascerà il Milan. Vuole andare via e non essere cacciato. Ecco perché la Coppa Italia, persa in finale lo scorso anno, diventa un obiettivo fondamentale. 
ONORE IN PALIO
Questa sera oltre al pass per la finale c’è qualcosa in più in palio: l’onore violato nella gara di campionato. L’immagine di quella maglia vilipesa da Kessié e Bakayoko è ancora fissa nella mente dei tifosi. I due che oggi saranno almeno in 4 mila a San Siro. Da capire dove verranno posizionati visto che il terzo anello resterà chiuso. Nessun problema legato alle vibrazioni sospette delle ultime settimane. L’impianto, dopo un controllo effettuato nei giorni scorsi, ha avuto l’ok da parte della Commissione Provinciale di Vigilanza. Allerta massima per l’ordine pubblico. Intanto Tim, partner storico del calcio italiano, ha siglato con Lega Serie A un accordo di sponsorizzazione per la fase finale della Coppa Italia che prevede la sponsorizzazione delle semifinali e la finale del 15 maggio all’Olimpico di Roma.
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