La plastica invade l'oceano sudafricano. Le foto choc che arrivano da Durban

La costa di Durban (Sudafrica) invasa dalla plastica. (immagini pubblicate da South Africa Uncut)
di Remo Sabatini
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Martedì 23 Aprile 2019, 17:47 - Ultimo aggiornamento: 17:51
Le immagini parlano da sole. Tonnellate di plastica e rifiuti di ogni genere che galleggiano sull'oceano sudafricano che bagna Durban, lungo la costa orientale del Paese, rappresentano un drammatico spettacolo che, almeno da quelle parti, non si era mai visto.

La quantità di rifiuti è talmente enorme e fitta da cancellare completamente il blu profondo di quella porzione di Oceano Indiano, noto per la ricchezza di fauna marina che lo popola. Balene, squali, tartarughe e delfini in quantità che, oggi, si trovano a dover fare i conti con l'incuria dell'uomo che sta mettendo a repentaglio il loro habitat.
Importante città portuale, con più di 3 milioni di abitanti ed apprezzata dagli amanti del surf di tutto il mondo, Durban, stamattina, si è risvegliata così. Da diverse ore, forti tempeste stanno spazzando la costa sudafricana orientale. Da George a Mossel Bay, fino a Durban appunto, i venti continuano a sferzare l'oceano senza sosta.


La violenza della tempesta è tale che, nella baia di Mossel Bay, località turistica a sud di Durban, il direttore di Oceans Research, Enrico Gennari, riferisce di molte tartarughe spinte sulla costa dalla corrente. Nel frattempo, anche il porto di Durban, come testimoniano le immagini pubblicate pochi minuti fa da South Africa Uncut, è stato completamente invaso dalla plastica, con le barche ed i pescherecci che sembrano essere in rimessa, piuttosto che a mollo.




La questione dell'inquinamento degli oceani, dovuta anche e soprattutto dalla plastica che finisce in acqua, sta raggiungendo proporzioni epocali. Basti pensare che, la metà dei rifiuti che, oggi, "popolano" il pianeta blu, sono finiti in acqua anni fa, quasi che il peggio debba ancora arrivare, e che la fauna marina, dalle gigantesche balene fino ai piccoli pesci dei fondali, continuano a nutrirsene incosapevolmente, scambiando quell'ammasso multicolore, per cibo. Intanto, le discariche a cielo aperto, più volte denunciate dalle immagini girate in mezzo mondo, continuano a violentare quei mari e quegli oceani che, da un pò, hanno cominciato a presentare il conto.

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