Milan-Lazio, la sfuriata di Lotito e il bivio finale di Coppa Italia

Milan-Lazio, la sfuriata di Lotito e il bivio finale di Coppa Italia
di Alberto Abbate
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Martedì 23 Aprile 2019, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 09:20
Aggrappati alla rabbia. Perché, con la Champions sempre più lontana, la Coppa Italia rischia d’essere davvero l’ultima spiaggia. Lazio, non fa la stupida domani sera: «Guai a tornare qui senza la finale». Lotito lo ha urlato a squarciagola nel giorno di Pasquetta. Altro che festa e grigliata, è piombato a Formello per strigliare e caricare la squadra. Ha usato toni duri, vuole atteggiamenti maturi. Lui pretende di vedere subito una reazione, ha chiesto a Immobile e compagni di tirar fuori gli attributi, di comportarsi da uomini. Sabato, dopo la sconfitta contro il Chievo, era una furia. Ne aveva per tutti, sopratutto per Inzaghi, ma anche Tare si è beccato i suoi imprechi. Ieri però il presidente ha messo nel mirino solo e soltanto i giocatori: prima li ha rimproverati, poi ha deciso in prima persona di spronarli. Inzaghi stavolta non potrà sbagliare le scelte iniziali, ma Lotito ieri ha confermato di metterne ora in dubbio i suoi metodi motivazionali. Troppo facile prendersela esclusivamente con l’allenatore quando in un flash rischiano di svanire tutti gli obiettivi, ma è vero che i biancocelesti non riescono ad essere mai cattivi. Simone sabato parlava di sfortuna, ma i gol divorati sotto porta sono più una coincidenza. E il tecnico, visti i punti persi per lo stesso motivo in campionato contro Spal, Sassuolo, Milan e Chievo, si è preso già la lavata. Pure perché rischia di perdere non solo la Champions, ma tutta l’Europa: «Siamo ancora convinti in qualche modo d’arrivarci. Dobbiamo resettare il campionato e concentrarci solo sul Milan. Vincere in Coppa Italia può aiutare a smaltire la delusione». 
TESTA
Il problema adesso è gestire la pressione, visto che la Lazio in ansia troppo spesso è andata in confusione. Siamo sicuri che abbia fatto la mossa giusta, Lotito? Sabato l’ansia da prestazione ha giocato un altro brutto scherzo e adesso è ancora più importante la posta in palio. Così, dopo l’ultimo suicidio col Chievo, è difficile vedere una luce nel buio. Anzi, è allarme rosso. Oggi arriveranno le decisioni su Milinkovic e Luis Alberto (rischiano più giornate) del giudice sportivo: incideranno sul campionato, ma sono l’indice assoluto del nervosismo all’interno dello spogliatoio. E l’ultimo di tanti episodi in cui la Lazio ha perso la testa nel momento decisivo. In stagione i precedenti sono Marusic a Siviglia nel ritorno per la qualificazione agli ottavi di Europa League e Radu a Milano contro l’Inter al 120’ del quarto di Coppa Italia. Meno importante, ma comunque influente per il piazzamento nel girone, la sconfitta di Francoforte, dipesa anche dalle espulsioni di Basta e Correa. Tornando indietro nel tempo la mente indelebile il rosso di Lulic in Lazio-Inter del 20 maggio, un minuto dopo il 2-2 nerazzurro, con i dieci minuti più importanti da giocare. E’ come se questa squadra avesse imparato poco o nulla dagli errori della scorsa stagione.
RIVOLUZIONE
Anche la società ha fatto i suoi sbagli, ma Lotito non ha fatto certo mea culpa né li ha ammessi: «Ho fatto tutto quello che mi chiedevate per i vostri bisogni qui a Formello e voi non mi ridate nulla in cambio?». L’unica ricompensa è centrare questa sfida col Milan di ritorno, altrimenti il presidente promette a tutti una rivoluzione all’inferno. Alla squadra, persino al diesse e ovviamente al tecnico. Inzaghi rimane il primo nel suo patibolo. 
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