Radio Radicale: ultimi dieci giorni per evitare la chiusura

Manifestazione ieri per Radio Radicale
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Lunedì 22 Aprile 2019, 15:49 - Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 16:09
«La sfida essenziale è vincere la vita di Radio radicale e noi la dobbiamo vincere questa battaglia. Possiamo farlo solo nel segno del dialogo, con tutte le forze politiche, stringiamoci, coordiniamoci, decidiamo cosa fare e aspettiamo soprattutto entro i prossimi giorni che ci sia o meno una risposta da parte dell'esecutivo. Sulla base di questo ci dobbiamo muovere di conseguenza». Lo ha affermato il direttore di Radio radicale, Alessio Falconio, intervenendo alla manifestazione svoltasi a Roma nel giorno di Pasqua a sostegno dell'emittente radiofonica.

Presenti numerosi parlamentari di maggioranza e opposizione, tra i quali Giuseppe Basini, della Lega; Filippo Sensi, del Pd; Federico Mollicone, di Fratelli d'Italia; Giuseppe Moles, di Forza Italia; Emma Bonino, di +Europa. «Abbiamo davanti dieci giorni determinanti, credo - ha detto ancora Falconio - che si sia raggiunta la massima esposizione mediatica. La tensione politica, le contraddizioni che comunque si stanno registrando vanno in qualche modo coltivate, aiutate. Mi rendo conto che sia alta la tentazione di dimostrare quanto questo governo possa non essere all'altezza di accogliere questa sfida, ma noi dobbiamo evitare questa tentazione, dobbiamo riuscire a convincerli e dimostrare che, come ci ha insegnato Marco Pannella, si vince con gli atti, si vince con, si con-vince». «Questo è il lavoro che va fatto nelle prossime ore, nei prossimi giorni. L'appello che mi sento di rivolgere è al governo, a chiarire una volta per tutte: voglio sperare che quello che ha detto Crimi non sia l'ultima parola, se ha parlato il vicepresidente del Consiglio Salvini e ha detto una cosa diversa, evidentemente un senso può averlo».

«Chiariamo questo aspetto e poi muoviamoci per lavorare in Parlamento: c'è un intergruppo alla Camera, ce n'è uno al Senato, ci sono anche parlamentari della maggioranza che fanno parte di quell'intergruppo, che hanno firmato le mozioni presentate dai Gruppi di opposizione, facciamo tesoro di tutto ciò, uniamoci e -ha concluso Falconio- vinciamo questa sfida». «Radio radicale -ha ricordato- Bonino- è stata, è e deve essere la più grande università popolare di politica istituzionale nelle sue varie forme, non solo parlamentare, a premio molto spesso degli avversari più che a premio nostro. Pannella diceva: chi non ha bisogno dei Radicali, sono i Radicali stessi, gli altri hanno bisogno dei Radicali e di Radio radicale. Non sono troppo ottimista, so che solo una grande battaglia riuscirà a preservare per voi tutti e soprattutto per i non Radicali questo enorme patrimonio, questo enorme regalo».

All'inizio della manifestazione è stato trasmesso l'ultimo intervento pubblico di Massimo Bordin, del 22 febbraio scorso, all'ottavo Congresso italiano del Partito radicale: «Questi -disse in quell'occasione parlando della posizione assunta dal governo nei riguardi della Radio- non vogliono fare sentire quello che succede in Parlamento, a questi gli dà fastidio che si senta che il Parlamento discute una legge finanziaria che non è depositata, documenti che non sono stati scritti o che quando sono stati scritti sono sbagliati, che presenta sottosegretari e capigruppo che non sanno dove sta di casa la Costituzione e il Regolamento della Camera. Questo sono, questo inevitabilmente la diretta dal Parlamento dimostra, questo non vogliono far sentire, per questo ci vogliono chiudere».
 
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