PSICOLOGO
Inzaghi in questi giorni si è vestito da psicologo per continuare a mordere l’obiettivo e non perdere la testa nel momento cruciale della stagione. E così ecco immediata la carezza per il suo figlioccio Immobile: «Il ragazzo è tranquillo, mi dispiace che ci si focalizzi solo sul fatto che non segni. Io vorrei sottolineare i suoi chilometri fatti con l’Udinese e l’assist per Caicedo. Poi certo, si chiama Immobile e tutti si aspettano i gol. Io guardo le prestazioni, non si deve giudicare solo dalle reti». Poi da abile stratega rimarca un concetto importante: «Non guardo più il calendario e le altre, si perdono solo le energie, non si può incidere su queste cose. Speriamo di fare una partita importante, contro una squadra che spesso ci ha messo in difficoltà». Eh già perché il Chievo proprio perché già retrocesso può essere una scheggia impazzita del campionato. Ecco perché il tecnico biancoceleste ha lavorato molto più sulla testa dei suoi calciatori che sui muscoli: «Dobbiamo tenere alto l’approccio, la partita è scomoda, il Chievo ha una classifica bugiarda, ci ha creato problemi all’andata, ha pareggiato anche contro Inter e Atalanta, se la giocherà nel migliore dei modi».
APPROCCIO
La Lazio non ha scelta deve vincere e sperare che le altre lì davanti perdano punti. Di bonus se ne è già giocati troppi e ora non ha più alternative. «La cattiveria agonistica non deve mancare mai. L’abbiamo vista due giorni fa per 50 minuti, poi quando pensavamo fosse tutto sistemato abbiamo avuto un calo nella ripresa. Serve ferocia, sappiamo che siamo in ritardo, non possiamo fare calcoli e guardare le partite» sottolinea Inzaghi che alza il vessillo di Immobile per riconquistare l’impero.
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