Si chiama Jessica e combatte il sessismo sui giornali, negli Usa nasce il «gender editor»

Si chiama Jessica e combatte il sessismo sui giornali, negli Usa nasce il «gender editor»
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Venerdì 10 Maggio 2019, 19:45 - Ultimo aggiornamento: 14 Maggio, 16:06
Jessica Bennett è una pioniera. Quando dieci anni fa lavorava alla rivista americana Newsweek ha iniziato a seguire quasi per caso le discriminazioni di genere, raccogliendo in poco tempo talmente tanto materiale da farne un libro. Un best seller. Due anni fa il New York Times ha chiamato questa giornalista a ricoprire la carica di «gender editor», un ruolo trasversale (in Italia non esiste, almeno non ancora) con il compito di vegliare sulla buona rappresentazione del mondo femminile nelle pagine dei quotidiani, nelle storie raccontate, nei titoli in pagina.
 


Nel suo libro “Feminist Fight Club” Jessica Bennett ha raccolto diverse ricerche di scienze sociali, storie personali e altro materiale statistico fino a farne una specie di manuale di difesa. Tipo come reagire «quando un collega ti prende per la sua segretaria, o come non farsi interrompere durante una riunione di lavoro, o come rispondere davanti ad una frase misogina che insinua che il ciclo è alla causa del vostro comportamento o che la menopausa dà alla testa e intacca la vostra professionalità».

Purtroppo, scrive Bennett, il cosiddetto boys' club, l'ambiente prevalmentemente maschile che si riscontra nelle aziende o in altre organizzazioni, «è un prodotto storico, qualcosa che ha radici lontane visto che solo da una cinquantina d'anni le donne sono entrate in massa nel mercato del lavoro, il che vuol dire che durante questi decenni, il loro ambito professionale è stato per forza di cose segnato da veri e propri boys' club, con spazi riservati solo agli uomini. Solo di recente le donne sul lavoro hanno avuto la possibilità di crearsi degli spazi». Ora si tratta di andare avanti. 
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