Influenza più aggressiva, otto milioni di casi in Italia e quasi duecento morti

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Venerdì 19 Aprile 2019, 13:38 - Ultimo aggiornamento: 30 Aprile, 18:22

InfluenzaCome previsto, a farne le spese sono stati soprattutto bambini e anziani. Ma, contrariamente alle previsioni, l'influenza stagionale ha superato anche quest'anno gli 8 milioni di contagi, avvicinandosi ai numeri dell'anno passato. Ed è stata un'epidemia particolarmente aggressiva, con quasi 200 persone decedute e 800 ricoverate in terapia intensiva, un numero maggiore rispetto allo scorsa stagione. Quasi tutte le regioni sono uscite ormai dalla fase epidemica, ma i contagi influenzali continuano. Secondo le stime del bollettino di sorveglianza epidemiologica Influnet, a cura dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), nella quindicesima settimana del 2019, ovvero la scorsa, ci sono stati circa 99.000 casi che hanno portato a toccare quota 8 milioni e 3.000 allettati da ottobre. 

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Anche quest'anno, quindi, ci avvicineremo agli 8,5 milioni di contagi della stagione 2017/2018, ritenuta molto pesante. Ovvero 3 milioni in più rispetto ai 5 milioni previsti inizialmente da alcune stime. «L'epidemia quest'anno è iniziata in ritardo, ha avuto il picco a inizio febbraio ma la circolazione è rimasta elevata anche nelle settimane successive. Tant'è che, ancora la scorsa settimana, abbiamo registrato quasi 100mila casi», spiega Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell'Iss. D'altronde, aggiunge, «il virus influenzale muta in continuazione; per questo il vaccino va cambiato ogni anno e, per lo stesso motivo, le previsioni possono facilmente sbagliare». Quella di quest'anno è stata però soprattutto un'influenza aggressiva: fino ad oggi, i casi gravi che hanno comportato il ricovero in terapia intensiva sono stati 809, e di questi pazienti 198 sono deceduti.

Al termine della passata stagione, si erano contati 764 casi gravi e 173 deceduti. «Questi alti numeri - prosegue l'esperto - sono dovuti al fatto che i virus predominanti sono stati l'A-H1N1 (quello della pandemia del 2009) e l'A-H3N2, entrambi più aggressivi del tipo B, soprattutto nei confronti degli anziani».

Circa l'80% dei casi gravi ha riguardato persone over 50 e quasi sempre avevano già una malattia preesistente, ma vi sono stati anche 8 casi in donne in gravidanza. «Si trattava per lo più di persone non vaccinate. Molti ricoveri, pertanto, - aggiunge Rezza - potevano essere evitati, poiché il vaccino, anche se non sempre impedisce il contagio, può ridurne la gravità». Intanto, mentre si tirano le somme della stagione, la composizione del nuovo vaccino 2019-2020 è già pronta e «prevede piccole modifiche dovute alle mutazioni dei virus di tipo A».

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