Stadio Roma, il movimento 5 stelle ci pensa: rimettere ai voti la delibera del pubblico interesse

Stadio Roma, il movimento 5 stelle ci pensa: rimettere ai voti la delibera del pubblico interesse
di Lorenzo De Cicco​
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Giovedì 18 Aprile 2019, 09:25 - Ultimo aggiornamento: 09:26

La tentazione, nel Movimento 5 Stelle, c’è: rimettere ai voti la delibera che ha attribuito il «pubblico interesse» al controverso progetto stadio. Una mossa che, di fatto, riavvolgerebbe il nastro a due anni fa, indietro tutta fino al giugno 2017, quando la maggioranza stellata rilasciò, tra mal di pancia e distinguo nelle concitate riunioni interne, un via libera preliminare all’operazione Tor di Valle. La prima, clamorosa inversione a U rispetto a quanto promesso in campagna elettorale - fino al 2016 il M5S parlava di «speculazione» e di progetto «non migliorabile, da bocciare e basta», Marcello De Vito dixit - una giravolta che tante seccature, per usare un eufemismo, ha causato all’amministrazione grillina, tra grane giudiziarie e il divorzio con la base. Il fatto è che quella delibera, all’epoca, venne messa in votazione da De Vito, il presidente dell’Assemblea capitolina finito agli arresti il 20 marzo, con l’accusa di corruzione proprio per avere favorito Parnasi nell’affare dello stadio.

Prende corpo allora l’idea di resettare tutto. Ripartire da lì, dal voto del provvedimento, senza che De Vito, ancora in custodia cautelare, conduca i giochi sul pallottoliere. Altrimenti su tutto l’iter di approvazione, si ragiona nel Movimento, potrebbe allungarsi l’ombra di quel vizio originario. La voce di un voto bis vortica da giorni nei corridoi di Palazzo Senatorio. E la conferma al Messaggero Donatella Iorio, grillina di ferro e presidente della Commissione Urbanistica del Campidoglio: «Ci stiamo ragionando, c’è la possibilità che la delibera sul pubblico interesse venga votata nuovamente», rivela al telefono, proprio perché il vecchio provvedimento era stato «messo ai voti da De Vito». Se i grillini giocassero questa carta, per il progetto la strada si farebbe ancora più impervia. Intanto perché una seconda conta in Aula Giulio Cesare, dopo l’inchiesta per tangenti e il parere del Politecnico che ha parlato di «impatto catastrofico» sulla viabilità di Roma Sud, potrebbe avere esiti tutt’altro che scontati. E poi perché slitterebbe la variante urbanistica, già congelata da un anno. «La variante è uno step successivo; in caso, sarebbe discussa solo dopo il pubblico interesse», riflette Iorio.

IL NUOVO PARERE
Oggi intanto in Commissione Urbanistica arriva la delibera per «l’annullamento» del pubblico interesse, portata avanti da Cristina Grancio, la dissidente espulsa dal M5S per non avere cambiato linea su Tor di Valle. La proposta, firmata anche da Stefano Fassina, era stata discussa lunedì in Commissione Sport, ma all’ultimo la maggioranza ha fatto slittare il voto. Nella Commissione presieduta da Iorio, invece, la conta ci sarà. Ma non dovrebbero esserci sorprese: i grillini già da ieri sbandieravano il «parere contrario» del dipartimento Urbanistica, che ha giudicato «inesatta» la formulazione di Grancio. «A questo punto non possiamo che votare contro», spiega Iorio. Grancio, in Commissione Sport, aveva invece letto un altro parere, quello fornito dall’Avvocatura due anni fa, in cui si diceva che «la scelta di realizzare un impianto del tutto nuovo in un’area non edificata richiede un’adeguata motivazione» e che «in caso di mancata motivazione, il procedimento è a rischio annullamento». Come «nella deliberazione in esame», cioè Tor di Valle, dove «la questione non viene minimamente trattata».

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