Bimbo ebreo aggredito dai bulli in una scuola a Ferrara: «Da grandi faremo riaprire Auschwitz»

Bimbo ebreo aggredito dai bulli in una scuola a Ferrara: «Da grandi faremo riaprire Auschwitz»
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Martedì 16 Aprile 2019, 14:57 - Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 02:56

Bimbo ebreo aggredito dai bulli a scuola: «Da grandi faremo riaprire Auschwitz». «Quando saremo grandi faremo riaprire Auschwitz e vi ficcheremo tutti nei forni...». La frase choc è pronunciata da un ragazzino di scuola media di Ferrara a un coetaneo ebreo, prendendolo per il collo negli spogliatoi della palestra insieme ad altri due compagni. Frasi antisemite sulle quali il ministero dell'Istruzione chiede all'ufficio scolastico regionale di fare luce e per le quali i carabinieri hanno attivato verifiche. Frasi che però nasconderebbero una situazione di disagio dei piccoli protagonisti.

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L'episodio risale a oltre una settimana fa ma viene a galla soltanto oggi con la denuncia alla stampa locale da parte di una rappresentante di classe. Sui protagonisti scuola e Comune hanno creato una bolla di protezione, in primo luogo per la loro minore età, ma anche per evitare di amplificare situazioni di disagio personale. L'insulto, precisa il sindaco estense Tiziano Tagliani, nasce infatti «da bambini di prima media di 11 anni, che hanno qualche problema di fragilità».

Un episodio che nel momento stesso in cui si è verificato era stato «chiuso» dagli insegnanti «riportando gli alunni a coscienza di ciò che si era detto» e «recuperando un rapporto con l'intera classe per chi se ne sentiva escluso». Una situazione, sottolinea il primo cittadino, che «resta grave» perché «i bambini non inventano cose», ma che «per come è stato affrontata» a scuola «è piuttosto un esempio di integrazione». I carabinieri di Ferrara hanno accertato che si è trattato di «un evento isolato» e subito «stigmatizzato dalla dirigenza scolastica».

Le parole usate nel litigio però colpiscono, con la notizia che diventa virale anche sui social e schizza in testa ai temi più discussi su Twitter in Italia. Colpisce anche il luogo, Ferrara, che è città di Giorgio Bassani, scrittore noto per aver raccontato la realtà del mondo ebraico perseguitato dai nazifascisti, e che è sede del Museo nazionale dell'ebraismo italiano e della Shoah. Il rabbino capo della città, Luciano Meir Caro, ci tiene a non enfatizzare il «litigio» in sé ma annuncia che «nei prossimi giorni» si recherà nell'istituto per «raccontare ai ragazzini cosa è stata la Shoah», mentre il presidente della Comunità ebraica estense, Andrea Pesaro, invita a interrogarsi sul contesto più ampio che fa da cornice. «Ho parlato con la dirigente dell'istituto - spiega - Lei stessa era molto sorpresa dell'episodio» anche perché la famiglia del ragazzino da cui è partito l'insulto «è ritenuta antifascista da sempre».

L'episodio, aggiunge, «è indice di una diffusione di queste posizioni, terminologie, e rappresenta un pericolo non solo per la presenza ebraica in Italia ma in generale per la cultura, il rispetto, la tolleranza». «Atti di antisemitismo e di razzismo», scrive sui social il ministro Marco Bussetti, «non sono tollerabili». Il vicepremier Salvini ha definito «spregevole» l'episodio, mentre i Cinque stelle invitano a lavorare sulla «prevenzione». Il presidente di Regione Stefano Bonaccini, Pd, parla di «campanello d'allarme».

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