Papa Francesco e Ratzinger, le tifoserie si infiammano, intanto sorgono dubbi

Papa Francesco e Ratzinger, le tifoserie si infiammano, intanto sorgono dubbi
di Franca Giansoldati
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Sabato 13 Aprile 2019, 13:13 - Ultimo aggiornamento: 13:15

Città del Vaticano – Le tifoserie si infiammano. Sembra quasi un derby. Tante cose non tornano. Dopo la pubblicazione dello scritto choc sulla pedofilia del Papa emerito cominciano a circolare in modo assolutamente trasversale tanti dubbi. Quel complesso e profondo documento sugli abusi e su come l'omosessualità dentro ai seminari abbia preso a circolare dopo il 1968, anche a causa della progressiva caduta del senso del sacro nelle società, è davvero stata scritta interamente di pugno dal grande teologo? Il settimanale francese, La Croix, tra tutti, è stato il primo a sollevare l'interrogativo, fino a spingere la bravissima Isabelle de Gaulmyn, caporedattore del periodico cattolico, a rilevare la necessità di definire delle regole per i papi emeriti sui confini dei loro interventi pubblici, altrimenti il rischio – anche in futuro - è quello di «uno scisma».

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Una ipotesi, naturalmente, tuttavia nel frattempo è spuntata sul web una lettera recentemente inviata dall'entourage di Benedetto XVI a Elio Guerriero in cui veniva chiesto a Ratzinger di firmare la prefazione ad un libro. La risposta che veniva fornita al richiedente è che il Papa emerito «non si sente in grado di scrivere una prefazione», anche se l'argomento che in quel momento gli veniva sottoposto rientrava tra i suoi interessi e lo approvava sia come titolo che come contenuti.

Sui social le domande hanno preso a circolare: se alcuni mesi fa il Papa non riusciva a scrivere una breve prefazione, stavolta forse qualcuno lo ha aiutato, magari per assemblare diversi pensieri e riflessioni, fino a comporre 18 pagine del testo sulla pedofilia? In Vaticano nessuno vuole fornire spiegazioni, anzi l'ordine di scuderia è di abbassare il livello, di smorzare i toni, anche per non alimentare altre polemiche e, in fondo, l'idea di una diarchia.

Un episodio che fa venire in mente a qualcosa di analogo avvenuto già due anni fa, alla morte del cardinale Meisner, uno dei cardinali ultra conservatori che firmarono il documento dei 'dubia', esprimendo critiche al magistero contenuto nella Amoris Laetitia, l'esortazione apostolica all'origine di una diffusa scontentezza tra la parte più conservatrice della Chiesa.

In quella occasione, al momento del funerale del cardinale tedesco (che Ratzinger conosceva benissimo) venne letto un messaggio di Benedetto XVI a San Pietro dal segretario don Georg Gaenswein. «La cosa che più mi ha commosso è che il cardinale Meisner ha vissuto in questo ultimo periodo della sua vita sempre di più la certezza profonda che il Signore non abbandona la sua Chiesa, anche se a volte la barca si è riempita fino quasi a capovolgersi». L'immagine che offriva lo scritto era di una Chiesa in difficoltà, tanto che in molti avevano interpretato queste parole come una critica indiretta al pontificato di Papa Francesco, un messaggio nemmeno troppo nascosto o camuffato.

Successivamente don Georg era stato costretto ad intervenire pubblicamente, attraverso alcuni organi di stampa, per chiarire che si stava solo cercando di strumentalizzare il Papa emerito in chiave anti Francesco, ma che non c'era nessuna contrapposizione. Anzi, disse che la frase sulla barca in procinto di affondare «non alludeva a nulla di preciso, parlava della situazione della Chiesa di oggi come del passato con una barca che non naviga in acque tranquille». Ma dietro, assicurava, nessun attacco, nessuna manovra, nessun complotto.

In quel periodo diversi giornali scrissero – interrogandosi – se l'estensore di quel messaggio funebre fosse davvero il Papa emerito e non altri. Padre Georg, in una intervista al Giornale, sgombrava però il campo dai dubbi: «il Papa emerito ha scritto il messaggio da solo, dalla prima all’ultima lettera di suo pugno, senza che nessuno lo abbia aiutato. Lo vogliono strumentalizzare. Ma tutto ciò non servirà a nulla». Forse anche stavolta. Chissà.

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