Il day after sul documento bomba scritto da Ratzinger sulla pedofilia, i cardinali si interrogano sulla diarchia

Il day after sul documento bomba scritto da Ratzinger sulla pedofilia, i cardinali si interrogano sulla diarchia
di Franca Giansoldati
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Venerdì 12 Aprile 2019, 19:03
Città del Vaticano - La pubblicazione delle riflessioni sulla pedofilia di Papa Ratzinger hanno riaperto il dibattito sul timore di una diarchia in Vaticano, l'esistenza di due papi, uno regnante e l'altro in pensione, chiuso nel monastero ma autorevolissimo in materia teologica e punto di riferimento di una frangia di Chiesa refrattaria ai cambiamenti e alle riforme imposte da Bergoglio. Chi ha parlato apertamente degli effetti del pamphlet di Benedetto XVI, destinato ad un minuscolo giornale di preti bavaresi, ma pubblicato in tre lingue da diverse testate nel mondo, provocando contraccolpi, disorientamento, interrogativi su chi comanda in Vaticano. L'unico cardinale che ha voluto commentare questo passaggio inedito è stato il cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione dei Santi, che ieri ha partecipato alla presentazione dell'ultimo libro di Fabio Marchese Ragona, Tutti gli uomini di Francesco. L'agenzia Ansa ha trascritto testualmente il colloquio con il cardinale.

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«Ho i miei timori che frange di un orientamento più conservatore utilizzeranno questo intervento per dire abbiamo qualcun altro a cui guardare, cosa che farebbe soffrire terribilmente papa Benedetto. Le volte che le persone sono andate da lui a dire, 'la prego ci faccia una dichiarazione su questo, su quest'altrò, so che lui ha risposto, 'c'è il Papa, c'è luì: per Benedetto sarebbe la sofferenza più grande sentirlo in contrapposizione con Francesco» dice il , prefetto della Congregazione delle cause dei santi ed ex sostituto alla Segreteria di stato. «Certamente - osserva Becciu - fa una disanima della situazione del tempo, del lassismo che nella Chiesa era iniziato, non in Italia, qui non lo abbiamo conosciuto. È anche per me nuovo leggere e sapere che c'era questa situazione, con club di omosessuali, se lui lo dice possiamo dire che era proprio una situazione preoccupante. Noi lo vedevamo come progressista, in Germania già lo vedevano come conservatore. Fa questa disamina per dire a che punto siamo arrivati».

«Altri - prosegue - facevano l'obiezione, 'ma come mai Papa Benedetto interviene?' Possono essere strumentalizzate le sue parole, però spiega che ha chiesto il permesso al Papa prima di pubblicare. Secondo, fa delle considerazioni sui seminari del tempo. Io lo interpreto come il desiderio di un uomo, la sofferenza di un uomo con questo terribile flagello come possiamo chiamarlo della pedofilia, ed è stato spinto dall'amore per la Chiesa per dare un consiglio, un contributo per venirne fuori». «Poi non si può dire che vada contro Francesco perché non dà delle normative, se ci fossero e andassero contro provvedimenti del Papa si poteva rischiare invece sono solo considerazioni che fa e ce le offre a noi. Non vedo alcun attentato all'unità della Chiesa. Alla fine lui ringrazia anche papa Francesco per quello che sta facendo per la Chiesa».

«Papa Benedetto - ricorda Becciu - s'era proposto, ritirandosi, di osservare il silenzio, lo so: sono testimone del fatto che più di una volta lui è stato sollecitato, ci chiedeva» se alcune sue cose si potevano pubblicare «e poi dicevamo, 'guardi che forse...' e lui accettava. Io penso che proprio per l'argomento così difficile» sia voluto intervenire. «Se c'è una persona che ha combattuto il relativismo da Papa - osserva ancora il prefetto delle Cause dei Santi - è proprio Benedetto XVI, quindi lui non sta combattendo il Concilio Vaticano II: ci sono stati alcuni che hanno voluto chiamare tutto 'Conciliò, 'lo spirito del Conciliò si diceva ma era un modo personalista di interpretare. Ha pervaso la Chiesa questa mentalità».

«Tant'è - aggiunge - che poi alla fine ci dice che per sanare questa situazione dobbiamo tornare a Dio con tutte le sue esigenze sapendo che ci sono dei punti certi, ci sono dei valori irrinunciabili contro cui non si può andare anche a costo della vita». In questo scritto, continua, «c'è un prendere atto di una situazione, si è persa questa assolutezza dei valori, il relativismo è entrato, lui combatte contro questo, ha constatato che ci può essere questa deriva ma non è che papa Francesco sia da meno quando ci ricorda di essere radicali, che non possiamo essere un giorno sì o un giorno no cristiani». «Che glielo abbia fatto leggere - dice anche sull'ipotesi che Ratzinger abbia sottoposto il testo integrale a Francesco - non lo so, mi fermo alle parole che sono scritte, conoscendo la sua delicatezza è probabile pure. Certamente ci saranno delle discussioni ma io l'ho trovato un aiuto, perché ci richiama a certi valori, la pedofilia è stata uno tsunami nella Chiesa».
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