Ratzinger rompe il silenzio con uno scritto sulla pedofilia, Vaticano spiazzato

Ratzinger rompe il silenzio con uno scritto sulla pedofilia, Vaticano spiazzato
di Franca Giansoldati
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Giovedì 11 Aprile 2019, 17:06 - Ultimo aggiornamento: 18:21
Città del Vaticano - Il Papa emerito rompe il silenzio. Lo fa in modo fragoroso, inedito, imprevisto pubblicando su una rivista tedesca, Klerusblatt e in due traduzioni, italiana e inglese, sul Corriere della Sera e sul NCRegister, una riflessione sulla pedofilia. Benedetto XVI prende spunto dall’Incontro del febbraio scorso sulla protezione dei minori nella Chiesa promosso da Papa Francesco per dare «un segnale forte» e «rendere di nuovo credibile la Chiesa come luce delle genti e come forza che aiuta nella lotta contro le potenze distruttrici». Afferma di voler dare il suo contributo a questa missione «pur non avendo più da emerito alcuna diretta responsabilità» e ringrazia Papa Francesco «per tutto quello che fa per mostrarci di continuo la luce di Dio che anche oggi non è tramontata».

Il testo si compone di tre parti. Nella prima parte, Ratzinger parla del contesto sociale, la rivoluzione sessuale avviata negli anni ’60. È in questo periodo — scrive — che la pedofilia è stata considerata «come permessa» e anche «conveniente». In questo periodo si registra «il collasso delle vocazioni sacerdotali» e «l’enorme numero di dimissioni dallo stato clericale», insieme al «collasso della teologia morale cattolica» che — afferma Benedetto XVI — inizia a cedere a tentazioni relativiste. Secondo certa teologia — osserva — «non poteva esserci nemmeno qualcosa di assolutamente buono né tantomeno qualcosa di sempre malvagio, ma solo valutazioni relative. Non c’era più il bene, ma solo ciò che sul momento e a seconda delle circostanze è relativamente meglio».

Nella seconda parte del testo, il Papa emerito parla delle conseguenze di questo processo sulla formazione dei sacerdoti. «In diversi seminari si formarono club omosessuali che agivano più o meno apertamente». «La Santa Sede sapeva di questi problemi, senza esserne informata nel dettaglio». «Il sentire conciliare venne di fatto inteso come un atteggiamento critico o negativo nei confronti della tradizione vigente fino a quel momento, che ora doveva essere sostituita da un nuovo rapporto, radicalmente aperto, con il mondo» fino a «sviluppare una specie di nuova, moderna “cattolicità”».

Benedetto XVI mette in luce di come la questione della pedofilia «sia divenuta scottante solo nella seconda metà degli anni ‘80» e inizialmente sia stata affrontata in modo blando e con lentezza, garantendo in particolare i diritti degli accusati e rendendo quasi impossibili le condanne. Troppo garantismo. Per questo, assieme a Giovanni Paolo II si riflette sull’opportunità di attribuire la competenza degli abusi sui minori alla Congregazione per la dottrina della fede, in modo da «poter legittimamente comminare la pena massima», attraverso «un vero processo penale»: la dimissione dallo stato clericale. Tuttavia si verificavano dei ritardi che «dovevano essere evitati». Per questo — ha osservato — «Papa Francesco ha intrapreso ulteriori riforme».

Benedetto XVI indica l’azione del diavolo che «vuole dimostrare che non ci sono uomini giusti», denigrando così anche Dio: «No, anche oggi la Chiesa non consiste solo di pesci cattivi e di zizzania. La Chiesa di Dio c’è anche oggi, e proprio anche oggi essa è lo strumento con il quale Dio ci salva. È molto importante contrapporre alle menzogne e alle mezze verità del diavolo tutta la verità: sì, il peccato e il male nella Chiesa ci sono. Ma anche oggi c’è pure la Chiesa santa che è indistruttibile». «La Chiesa di oggi è come non mai una Chiesa di martiri e così testimone del Dio vivente»..
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