Ex Mercatone Uno, dipendenti in sciopero il 18 aprile

Ex Mercatone Uno, dipendenti in sciopero il 18 aprile
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Giovedì 11 Aprile 2019, 16:41
Incroceranno le braccia il prossimo 18 aprile gli oltre 2mila lavoratori dipendenti della Shernon Holding, l'azienda che lo scorso anno ha acquisito i 55 punti vendita a marchio Mercatone Uno in amministrazione straordinaria. Lo sciopero generale, indetto dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs, sarà supportato da un sit-in a Roma davanti alla sede del ministero dello Sviluppo Economico, in concomitanza dell'incontro tra le parti convocato alle ore 14 dal dicastero.
Alla base della protesta l'incertezza in cui versano i punti vendita, sottolineano i sindacati in un comunicato sindacale unitario, stigmatizzando l'assenza di merce nei negozi, i magazzini completamente vuoti, il ritardo nel pagamento degli stipendi e i fornitori che ritirano la merce già consegnata e che hanno smesso di effettuare le consegne. 
Lo sciopero inoltre è proclamato anche per la richiesta da parte dei nuoviproprietari di ammissione al concordato preventivo. «Senza preventiva comunicazione ai sindacali Shernon Holding ha poi presentato istanza di ammissione al concordato preventivo presso il Tribunale di Milano e l'amministratore delegato ha scelto di trasmettere l'informativa ai singoli lavoratori che non solo si sono sentiti offesi, ma anche presi in giro da una comunicazione priva di qualunque credibilità», dicono le tre sigle nella nota congiunta.
I sindacati sottolineano che «è responsabilità del Mise e dei commissari straordinari farsi carico di gestire una situazione così drammatica e che ancora è nel percorso dell'amministrazione straordinaria». La segretaria nazionale della Fisascat Cisl, Aurora Blanca, avverte che il sindacato «vigilerà al fine di salvaguardare i posti di lavoro. Sono già venuti meno gli affidamenti e gli impegni contrattuali e non si esclude la possibilità di richiedere al Mise la rescissione del contratto per gravi inadempienze.
I commissari e il Mise, dopo giorni di assordante silenzio, dovranno responsabilmente assumere delle decisioni tempestive».
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