Da realizzare sul posto di lavoro, a costi accessibili. Perché l'impatto della patologia è anche sulla produttività delle persone colpite. Il percorso esperienziale sull'emicrania, battezzato 'Reimagine Medicine: re-Design Migrainè, è promosso dalla casa farmaceutica Novartis - che segna l'inedita presenza di Big Pharma al Fuorisalone - per sensibilizzare sul tema, e sarà visitabile da martedì 9 a domenica 14 aprile in via Tortona 30. È un viaggio a tappe nato dalla creatività made in Italy, quella del designer milanese Davide Radaelli. Tre sale, ognuna con una storia da raccontare (parole chiave 'problemà, 'rifugiò, 'sollievò), per dare voce a chi soffre del disturbo disabilitante: solo in Italia circa 6 milioni di persone, in prevalenza donne che ogni anno perdono in media 16,8 giorni di lavoro (gli uomini 13,6). A livello economico uno tsunami: l'età in cui l'emicrania imperversa con la massima intensità è infatti tra i 35 e i 45 anni, in piena carriera.
«Nonostante vivano in condizioni fortemente invalidanti, le persone che soffrono di emicrania si sforzano di essere produttive, ma hanno bisogno di migliorare la gestione dei sintomi e di avere maggiore comprensione da parte di parenti e amici, oltre che di colleghi di lavoro - spiega Piero Barbanti, responsabile dell'Unità per la cura e la ricerca su cefalee e dolore dell'Irccs San Raffaele Pisana di Roma e presidente eletto dell'Anircef (Associazione neurologica italiana per la ricerca sulle cefalee).
Si inizia con la 'Migraine Experience Room' che racconta il disagio generato da fotofobia e fonofobia, mentre un video narra le conseguenze quotidiane della malattia. La visita prosegue nella 'Migraine Protection Room' dove si viene accolti dall'installazione 'In/Out'. L'opera propone delle rappresentazioni di coperte che sospese a mezz'aria creano al loro interno un volume vuoto. C'è una dualità tra quel che c'è dentro, un luogo di rifugio e isolamento, e l'esterno, ambiente ricco di elementi disturbanti che peggiorano lo stato già sofferente della persona colpita da emicrania. Il concetto è quello di 'security blanket', chiariscono i promotori del progetto, in cui la coperta riveste il ruolo protettivo e confortevole in cui si rifugia chi si trova a vivere momenti di patimento.
E infine arriva la Migraine Relief Room, pensata a partire dalle esigenze emerse in un dialogo aperto con i pazienti, riuniti in un advisory board: toni neutri per azzerare qualsiasi stimolazione data dai colori; tende oscuranti e luci 'dimmerabili in wireless' per contrastare la fotofobia senza doversi muovere; seduta regolabile per assumere la posizione più confortevole e scongiurare attacchi di nausea; una tenda trasparente per trovare sollievo guardando oltre la finestra; un angolo cucina con microonde, tazze e frigo per rendere possibile l'idratazione con bevande calde o fredde.
E ancora: una 'librerià di coperte e cuscini diversi per cercare il comfort su misura; un tappeto soffice su cui stare a piedi nudi o sdraiarsi; un wall paper per oltrepassare i confini dello spazio chiuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA