Israele oggi al voto, è sfida tra Netanyahu e Gantz

Israele oggi al voto, è sfida tra Netanyahu e Gantz
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Lunedì 8 Aprile 2019, 17:29 - Ultimo aggiornamento: 9 Aprile, 11:33

Domani 5,8 milioni di elettori israeliani sono chiamati ad eleggere i 120 deputati della Knesset, in un voto che è soprattutto un referendum su leader del Likud, Benyamin Netanyahu, primo ministro in cerca di un quinto mandato. A sfidare «re Bibi» è un altro Benyamin, l'ex capo di Stato maggiore Benny Gantz, che accusa Netanyahu di una deriva di potere sempre più personalistica, autoritaria e corrotta, sull'esempio di quanto fa Erdogan in Turchia. La questione palestinese sembra intanto praticamente scomparsa dal dibattito, così come la sinistra israeliana. Alto 1,95 metri, il fisico atletico e gli occhi azzurri penetranti, il 59enne Gantz ha ricoperto ruoli di responsabilità in quasi tutte le vicende militari israeliane.

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Le sue credenziali nel campo della sicurezza sono impeccabili, così come non vi sono ombre sulla sua integrità morale. Su posizioni laiche e centriste, l'ex generale si presenta come «alternativa positiva» alla «leadership "divisiva" di Netanyahu, che accusa di appoggiarsi sempre più all'estrema destra pur di rimanere al potere. Il primo ministro è »un uomo corrotto che sta distruggendo il paese
», afferma l'austero ex militare, in Israele «non abbiamo bisogno di un re».

Al voto, Gantz si presenta alla testa dell'Alleanza Blu e Bianco, i colori della bandiera d' Israele. Con lui si sono candidati altri due ex capi di Stato maggiore: Moshe Yaalon e Gabi Ashkenazi. E del nuovo partito fa parte anche la formazione laica Yesh Atid dell'ex ministro delle Finanze Yair Lapid che, in caso di vittoria, si alternerà con Gantz alla guida del governo. Una foto dei quattro maschi alfa - Ganz, Yaalon, Ashkenazi e Lapid - ha fatto discutere sulla mancanza di figure femminili di spicco nella disfida elettorale, anche se Blu e Bianco candida la prima donna diventata generale, Orna Barbival. Gli ultimi sondaggi indicano il partito di Gantz in testa con una trentina di deputati su 120 della Knesset. Il Likud è indietro di pochi seggi, ma paradossalmente Netanyahu potrebbe comunque riuscire lo stesso ad ottenere un quinto mandato, perché per lui è più facile trovare alleati, sia fra i partiti alla sua destra che con gli ultraortodossi, cui non piace il piglio laico di Gantz e Lapid. Del resto a far precipitare Israele verso elezioni anticipate è stata l'impossibilità di trovare un accordo in seno al governo sulla leva militare per gli ultraortodossi.

A sinistra di Gantz, laburisti e Meretz non dovrebbero raccogliere consensi sufficienti per fare un governo anche con un appoggio esterno dei partiti arabi. L'ex generale è pronto anche a dialogare anche a destra e con i partiti religiosi, ma non è detto che riuscirà a formare con loro un governo. Gli elettori israeliani ne sono ben consapevoli: secondo gli ultimi sondaggi, il 52-58% degli israeliani, al di là delle proprie preferenze politiche, si dice certo che alla fine «Bibi» tornerà a guidare il governo.

Politico abile e spregiudicato, ancora pieno di energia a 69 anni, Netanyahu si presenta al voto con l'handicap di tre inchieste di corruzione per il quale potrebbe essere incriminato, come ha raccomandato il procuratore generale Avichai Mandelblit. Sono vicende di favori politici in cambio di articoli favorevoli sui media (in due casi) o di forniture di casse di champagne e sigari, sulle quali Netanyahu si dice completamente innocente, vittima di una caccia alle streghe ordita dalla sinistra. Sono anche storie che coinvolgono la moglie del premier, Sarah (destinataria dello champagne), descrivendo un opaco sistema di potere e privilegi ben lontano dall'austerità della semplice Israele dei pionieri.

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