Ludovica Delfino, passione e pattini d'oro: la campionessa del mondo si racconta al Messaggero

Ludovica Delfino campionessa del mondo
di Marco Gobattoni
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Lunedì 8 Aprile 2019, 11:34
Avere in città due stelle luminose dello sport a livello internazionale non capita a tutti e quando questa congiunzione astrale si verifica bisogna essere orgogliosi. Ludovica Delfino, campionessa del mondo di pattinaggio artistico a rotelle, arriva nella redazione del Messaggero con la mamma. Nessun timore nè bisogno di protezione: Ludovica, 23 anni da compiere, ha carattere da vendere e lo dimostra ogni giorno dentro e fuori dalle piste che l’hanno proiettata sul tetto del mondo.

Un corpo femminile, pronto a sprigionare una forza esplosiva dentro ogni esercizio compiuto, e uno sguardo diretto e fiero che testimonia la passione per il suo sport.

Ludovica, nata e cresciuta a Pianoscarano nella stessa casa dove è nato Leonardo Bonucci. Luogo ideale per far nascere stelle dello sport.
«Sì, è vero sono cresciuta a Pianoscarano come Leonardo. Nello sport abbiamo avuto percorsi diversi, ma entrambi abbiamo ottenuto grandi risultati».

Però Bonucci non è ancora diventato campione del mondo.
«Mi auguro che lo diventi presto. Intanto l’ho preceduto, magari potrebbe prendere spunto».

Come nasce la passione per il pattinaggio a rotelle?
«Ho iniziato a 4 anni: facevo nuoto perché mamma è amante del mare e voleva che imparassi a stare in acqua. Per un po’ ho portato avanti entrambe le cose: dopo ho scelto il pattinaggio».

Scelta azzeccata
«All’inizio non è stato così semplice. Mi allenavo ma non avevo la stessa concentrazione e voglia che possiedo oggi. I risultati non arrivavano e la passione sarebbe potuta scemare. Invece con il tempo ho acquisito consapevolezza e il pattinaggio è diventata la mia vita».

A Viterbo, al contrario di quanto si pensi, c’è una grande tradizione in questa disciplina.
«La Libertas Pilastro, società dove ho iniziato, è un’eccellenza cittadina. Tantissime bambine e ragazze approcciano a questo sport grazie al lavoro capillare che si fa sul territorio. Ora gareggio con la Star Roller club di Elena Tosini e mi trovo benissimo».

In questo sport le spese sono tante e i guadagni pochi.
«La mia famiglia ha fatto tanti sacrifici per farmi coltivare questa passione. Non tutti possono permetterselo: un paio di pattini arrivano a costare anche 600 euro. Sì, a un certo livello ci sono gli aiuti degli sponsor, ma rimane una disciplina dispendiosa sotto tanti punti di vista».

Ma quando capitano stagioni come quella del 2018?
«Che annata: campionessa italiana, europea e mondiale. Cosa posso chiedere di più?».

Lei sa che è diventata un simbolo della città e di tante bambine?
«Mi chiedono l’autografo e io arrossisco. Questo mi fa piacere: voglio trasmettere, a chi mi vede come un modello, la mia passione come è accaduto con quelle che mi hanno preceduto».

Quante serate in discoteca abbandonate per questa passione?
«A volte è un sacrificio, non lo nego. Le nostre competizioni si svolgono prevalentemente d’estate. Nel fine settimana le mie amiche vanno al mare, io metto i pattini e mi alleno ma non mi pesa».

Cosa fa fuori dalla pista?
«Faccio la pendolare. Studio Scienze della formazione a Roma, dove spesso mi alleno. Sogno è di fare la maestra: è una professione che mi ha affascinato sin da bambina, quando insegnavo ad una classe immaginaria».

Allenandosi spesso a Roma avrà toccato con mano le differenze con la sua Viterbo.
«Io dico tutta la vita Viterbo. Mi piace la città dove tutto è raggiungibile in breve tempo. Poi noi viterbesi abbiamo diversi difetti: siamo un po’ chiusi e non riusciamo a valorizzare le cose. Prendo spunto dal mio campo: in tutte le città ci si allena e si gareggia nei palazzetti dello sport: a Viterbo non possiamo perché, ci dicono, si rovina il parquet».

Questa estate Europei e Mondiali a Barcellona: pronta per confermarsi?
«Confermarsi è sempre più difficile che vincere. Mi sto allenando al massimo e cercherò di farmi trovare pronta per non deludere chi crede in me».
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