Sudafrica, bracconiere caccia un rinoceronte, travolto da un branco di elefanti: i leoni lo divorano

Sudafrica, bracconiere travolto da un elefante e poi sbranato dai leoni: l'uomo era a caccia di rinoceronti
di Remo Sabatini
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Domenica 7 Aprile 2019, 15:58 - Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 11:07
Ci sono storie che sembrano uscite da un romanzo di avventure. Come quella che stiamo per raccontare dove però, personaggi ed esito finale, sono tutti drammaticamente reali.

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Lo splendido scenario è quello del Kruger National Park, in Sudafrica. Protagonisti della vicenda, una banda di bracconieri e tre degli animali più rappresentativi del continente africano. Sì, perchè in questa vicenda, sono coinvolte proprio tre delle specie animali dei famigerati "big five", termine tradizionale che comprende i più maestosi animali africani. Se si escludono leopardi e bufali infatti, tutti gli altri, elefanti, rinoceronti e leoni, sono implicati.

Tutto era cominciato dalla richiesta di aiuto di alcuni familiari di uno dei componenti di una banda dedita al bracconaggio. Il loro parente, avevano detto, era stato ucciso da un elefante. I ranger del parco avevano subito iniziato le ricerche che sarebbero terminate il giorno successivo con la macabra scoperta di un corpo umano mangiato, quasi per intero, dai leoni.

Nel frattempo, le indagini sui quattro testimoni, presi in custodia, avevano svelato il mistero sull'accaduto. La banda, infatti, era entrata illegalmente nel parco. L'obiettivo, stando alle testimonianze raccolte, alcuni rinoceronti dell'area e soprattutto, il loro preziosissimo corno. Sfortunatamente per i bracconieri, un branco di elefanti, infastidito dalla loro presenza, aveva reagito attaccando e la fuga, per uno di loro, era stata inutile.

Così, quel corpo martoriato, sarebbe divenuto facile preda per i leoni della zona che avevano approfittato di quel banchetto inaspettato. "Entrare a piedi nel parco, ha dichiarato l'amministratore del parco Glenn Philips, commentando l'accaduto, è molto pericoloso e questo incidente ne è la prova. E' triste pensare alle famiglie delle vittime che, spesso, del loro congiunto non possono avere indietro che poveri resti".

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