Un italiano scopre l'interruttore del buonumore nel cervello

Un italiano scopre l'interruttore del buonumore nel cervello
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Venerdì 5 Aprile 2019, 14:50

Un italiano ha scoperto il bottone dell'allegria. Scoperto, infatti, da un neuroscienziato italiano un «interruttore del buonumore» nel cervello, un recettore («PPAR-alfa») che, se attivato, aumenta il buonumore e migliora la regolazione emotiva. Resa nota sulla rivista Biological Psychiatry, la scoperta si deve a Graziano Pinna, dell'Università dell'Illinois a Chicago. Lo studio - condotto su topolini con disturbo da stress post traumatico (PTSD) - mostra anche che l'interruttore può essere acceso da una classe di farmaci già oggi in uso clinico per ridurre il colesterolo nel sangue, i fibrati.

Quindi la scoperta è potenzialmente foriera di applicazioni terapeutiche per i disturbi dell'umore. «Lo abbiamo scoperto quasi per caso - racconta Pinna intervistato dall'agenzia Ansa - vedendo che PPAR-alfa stimola la produzione di allopregnanolone, un 'tranquillante endogeno' coinvolto nella depressione e divenuto due settimane fa il primo farmaco approvato per trattare la depressione post-parto». Più precisamente Pinna ha scoperto che in aree del cervello che controllano l'ansia e la paura (ippocampo e amigdala), attivando PPAR-alfa, le concentrazioni di allopregnanolone aumentano, e che a ciò corrispondeva una riduzione dei livelli di ansia e paura negli animali.

«Abbiamo anche visto che farmaci in uso contro il colesterolo, come il fenofibrato, attivano il recettore e eliminano i tratti e i comportamenti ansiosi e della paura dei topi modello di PTSD - racconta Pinna - Questi effetti terapeutici non si osservano in topi privi del recettore PPAR-alfa, segno che i fibrati agiscono proprio su tale recettore». «Queste e altre osservazioni sperimentali ci dicono che il recettore è potenzialmente importante per sviluppare nuovi trattamenti per ansia, depressione e PTSD, nonché per individuare molecole da usare come 'biomarcatori' nella diagnosi di malattie dell'umore e prevedere possibili ricadute», conclude Pinna.
 

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