Israele martedì al voto Netanyahu verso la vittoria

Il premier israeliano Netanyahu, a sinistra, e il presidente russo Putin ieri a Mosca
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Giovedì 4 Aprile 2019, 21:16
Sul filo di lana Benyamin Netanyahu sembra destinato a restare premier di Israele. Non solo il suo Likud al momento ha più seggi del rivale Blu-Bianco di Benny Gantz, ma anche una maggioranza di coalizione in grado di assicurargli l'incarico da parte del presidente Reuven Rivlin. Il sorpasso è emerso nell'ultimo sondaggio pubblicato dal liberal Haaretz che - a differenza delle indagini precedenti - assegna al Likud 30 seggi (28 nelle settimane scorse) contro i 27 di Blu-Bianco (in discesa da 31). Il cambio di rotta, secondo gli analisti, è dovuto ai risultati della campagna elettorale di Netanyahu, che ha portato a casa indubbi risultati. Nonostante gli esperti abbiano messo in guardia sul fatto che l'esito di questa tornata elettorale sia il più difficile da prevedere negli ultimi 23 anni, è indiscutibile che il riconoscimento Usa della sovranità israeliana sul Golan, l'apertura di sedi diplomatiche di vari paesi Ue e non a Gerusalemme, abbiano smosso le acque. Così come la calma che sembra prendere piede con Gaza.

E, non ultimo, l'annuncio di ieri sul ritrovamento e il rientro a casa dei resti di Zachary Baumel, il soldato israeliano disperso in Libano 37 anni fa nella guerra del 1982 e recuperato in Siria. Un evento che ha toccato nel profondo le corde del Paese e che ha mostrato uno stretto rapporto con la Russia di Vladimir Putin, nonostante la
diversità di vedute sulla Siria di Bashar Assad e la presenza dell'Iran.

IL VOLO A MOSCA
Non a caso Netanyahu - nella sua spola diplomatica delle ultime settimane - è volato oggi a Mosca, ha ringraziato il presidente ed esercito russo e poi è subito rientrato in patria per partecipare questa sera ai funerali solenni di Baumel a Gerusalemme. Il sondaggio di Haaretz non certifica solo il sorpasso del Likud su 'Blu-Biancò ma anche - ben più importante - assegna alla destra la maggioranza: 67 seggi su 120 alla Knesset, contro i 53 del centro sinistra. Un risultato che, se confermato alle
urne, consegnerebbe a Netanyahu una solida base di potere, ben lontana da quella precaria e traballante con cui ha governato finora (61 seggi su 120). Del resto è stata in parte questa - irrobustita dall'abbandono della coalizione di Avigdor Lieberman sulla questione Gaza - la ragione che ha spinto Netanyahu a tornare al voto. Insieme, ovviamente, alla previsione del possibile annuncio di incriminazione nei suoi confronti per corruzione, cosa poi puntualmente avvenuta. Sarà questa, probabilmente, l'unica carta a sfavore del premier rieletto, quando in estate dovrà esporre le sue ragioni davanti all'avvocato dello Stato Avichai Mandelblit. Tra le ragioni che hanno spinto Haaretz alla cautela sulla capacità che i sondaggi colgano il quadro esatto di queste elezioni è, ad esempio, l'estrema velocità con cui nella fase attuale gli elettori modificano le loro intenzioni di voto. In questa mutevolezza, non stupisce quindi che oggi a Tel Aviv a Boulevard Rothschild - lungo simbolo della città - ci sia stata la protesta dei residenti dei kibbutz a ridosso della Striscia e della cittadina di Sderot, bersagliati dai razzi di Hamas. Lo
slogan è stato 'Non ce la facciamo più a vivere così' e - hanno detto gli organizzatori - è rivolto a tutti i politici, sia
quelli di centro sinistra, storici rappresentanti dei 'kibbutzim', sia del Likud, che ha una delle sue roccaforti proprio a Sderot.
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