Si lanciano transenne e minacciano i poliziotti: «Sono affari nostri se ci vogliamo ammazzare»

Polizia
di Maria Letizia Riganelli
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Giovedì 4 Aprile 2019, 20:20
«Sono affari nostri se ci vogliamo ammazzare, andate via o ammazziamo anche voi». Botte da orbi a piazza della Morte a Viterbo, alla sbarra per rissa e resistenza due cinquantenni del capoluogo. Uno dei due sta scontando in carcere una pena per aver aggreditoa bottigliate e colpi di spranga il proprietario di un bar appena fuori Porta Romano e un operaio alle prese con i lavori di ristrutturazione.

Il 21 novembre 2015 due uomini, vecchie conoscenze delle forze dell’ordine, iniziarono a picchiarsi in pieno centro. La scazzottata, probabilmente per colpa dell’alcol, in pochi minuti è degenerata in rissa. E i due avrebbero iniziato a tirarsi le transenne, lasciate in un angolo per delimitare la zona pedonale. 

Sul posto sono subito arrivati gli agenti della Volante che hanno tentato di calmarli. L’azione della polizia però non è stata apprezzato, i due esagitati, infatti, avrebbero iniziato a inveire contro gli agenti urlando di non infastidirli e di lasciarli stare. «Hanno opposto una dura resistenza – ha spiegato il pm in aula – non volevano intromissione. Volevano solo picchiarsi. Per questo chiedo una condanna a 8 mesi di reclusione ciascuno».

Il giudice li ha condannati entrambi a 4 mesi di reclusione.
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