Ancora una volta l'oltraggio al pane, ancora una volta gli insulti e le proteste. «Fino a quando non se ne saranno andati tutti, noi da qua non ci muoviamo», ripetono come un mantra. Il gruppo di residenti da martedì è in strada
per chiedere il trasferimento dei rom «indesiderati». «Portatele ai terremotati le pagnotte - replica chi manifesta - anche loro hanno fame». A Torre Maura, periferia est di Roma, quindi, la tensione non accenna a placarsi. Decine di residenti, nonostante la pioggia, presidiano l'accesso del centro d'accoglienza dove sono ospitati i nomadi. Accanto a loro militanti di Casapound, impegnati in dirette social con i loro smartphone. «Ci sono tensioni sociali da sgonfiare», è stata la presa di posizione del vicepremier Luigi Di Maio, mentre la sindaca Virginia Raggi ha definito «bestie» i militanti di Casapound e Forza Nuova.
Torre Maura, periferia contro Raggi: basta rom
Rom a Torre Maura: «Il razzismo non c'entra nulla lottiamo solo per sopravvivere»
Quell'estrema destra che per i prossimi due giorni ha organizzato fiaccolate e manifestazioni nel quartiere. Anche oggi, come accade ormai da due giorni, i cittadini si sono ritrovati davanti alla struttura di via dei Codirossoni, sorvegliando il viavai di pullmini che per tutta la giornata hanno effettuato il trasferimento dei nomadi. Oggi altri 16 sono stati accompagnati fuori dalla struttura dalle vetture della Sala operativa sociale. «Siamo in ostaggio, vogliamo uscire da qui», urla dalle finestre chi, per l'ennesima giornata, non è riuscito a trovare un'altra sistemazione. «Siamo esseri umani - gridano -, con gli stessi diritti di tutti».
Ecco i veri cittadini di #TorreMaura. Grazie #Simone.
I giovani sono il nostro futuro.
A @Roma non c'è spazio per gli estremismi di Casapound e Forza Nuova.
ps Abbiamo oscurato il volto del minore per tutelarlo: https://t.co/UeCG7qPnCk pic.twitter.com/RSv402P2e7— Virginia Raggi (@virginiaraggi) 4 aprile 2019
I mezzi che li prelevano dal centro vengono scortati dalla polizia, mentre all'esterno i manifestanti applaudono sarcasticamente, tenuti a distanza dal cordone degli agenti. «Smettetela di battere le mani - urla qualcuno a fine serata -, facciamo il saluto romano». «Non siamo razzisti - si difendono i residenti -, abbiamo solo paura».
Sulla protesta sono intervenuti anche i vescovi che, per bocca del segretario generale mons. Stefano Russo, ha invitato a «evitare guerre tra poveri». Occorre, ha detto, «attenzionare l'ambiente a tutto tondo perché parliamo sempre di persone». Quello che preoccupa, ora, sono i potenziali rischi delle manifestazioni annunciate per i prossimi giorni. Per domani Forza Nuova ha indetto per le 19 una fiaccolata con tanto di «saluto romano», già sfoggiato ieri, mentre sabato sarà la volta del sit-in di Casapound, oggi protagonista di un video in cui un ragazzo di 15 anni accusa il movimento di «cavalcare la rabbia» per «racimolare un pò di voti». Sempre per sabato potrebbe essere organizzata che una manifestazione del Pd che ha già chiesto un consiglio straordinario sui disordini. Oggi, a far visita ai nomadi, è arrivato il presidente del partito, Matteo Orfini. «Qui c'è tutto il fallimento dello Stato e della politica - ha detto - un fallimento che parte da lontano ma che è aumentato negli ultimi due anni».