Rom a Torre Maura, ancora tensione: trasferimenti al via tra i saluti romani. Raggi sotto accusa: «Clima di odio»

Rom a Torre Maura, ancora tensione: trasferimenti al via tra i saluti romani. Raggi sotto accusa: «Clima di odio»
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Mercoledì 3 Aprile 2019, 19:12 - Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 07:29

Continuano le tensioni a Torre Maura, alla periferia di Roma, dove ieri è esplosa la rivolta di residenti ed estrema destra contro l'arrivo nel centro d'accoglienza di via dei Codirossoni di famiglie di migranti e rom. Oggi, per decisone del Comune, sono cominciati i trasferimenti dei primi migranti sui pulmini della polizia, ma la protesta degli abitanti della zona è proseguita, specie quando un pulmino con nove nomadi ha lasciato a sera la struttura. Alcuni manifestanti, tra cui gruppi di estrema destra, hanno colpito il mezzo con calci e manate. Poi una ventina di persone ha intonato l'Inno d'Italia facendo il saluto romano. Poi ha acceso fumogeni e, sventolando bandiere tricolore, ha gridato: «Italia, fascismo, rivoluzione». la Procura ha aperto un fascicolo: i reati ipotizzati sono di danneggiamento e minacce aggravate dall'odio razziale.

Secondo quanto si è appreso, non tutte le famiglie nomadi accolte temporaneamente nel centro a Torre Maura, alla periferia di Roma, hanno accettato l'accoglienza nelle strutture alternative offerte dal Comune. In serata una decina di persone hanno quindi lasciato il centro dopo aver rifiutato di essere ospitate in altre strutture.

Il Campidoglio, nel tentativo di tutelare i 33 minori rom trasferiti nel centro alla periferia est di Roma, corre ai ripari con un piano alternativo: in una settimana i 77 nomadi saranno trasferiti per gruppi sparsi in altre strutture della Capitale. La sindaca, però, finita nel mirino dei residenti, non esclude provvedimenti disciplinari nei confronti degli uffici che hanno gestito l'arrivo dei nomadi nel centro di Torre Maura, gestione da lei considerata «inqualificabile». Attuata senza alcun input politico o comunale, su cui ora ha chiesto una relazione.

Anche il ministro dell'Interno discute sulle modalità dell'intera operazione del Comune: «Certe scelte vanno calcolate - dice Salvini - non puoi usare le periferie a Roma come in altre città italiane per nascondere i problemi».

Nel secondo giorno di protesta gli abitanti della zona, tra cui diverse famiglie, hanno continuato ad urlare: «Da qui non ce ne andiamo fino al loro trasferimento». E ancora: «Dovevamo farlo saltare in aria prima questo centro. È meglio fare i delinquenti con questi», hanno gridato altri. A fare le spese della rabbia dei manifestanti è stata, per qualche minuto, una donna rom con in braccio il suo figlioletto, la quale è stata accerchiata da alcuni residenti di Torre Maura: «Vai via ladra, ti sei portata tuo figlio per proteggerti», le hanno urlato. Poi in serata è arrivato il pulmino per portare via i primi nomadi: «Abbiamo vinto. Qui a Torre Maura i nomadi non devono più mettere piede», è stato detto ai megafoni.

Poco dopo sono scattati ancora gli insulti quando hanno avvistato un nomade dietro i cancelli del centro di accoglienza: «Scimmia di m... te ne devi andare, esci fuori che ti ammazzo», ha urlato un residente. «Dobbiamo bruciarli vivi», gli ha fatto eco un altro. Nel giro di una settimana, così come disposto dal Campidoglio, tutti i 77 rom che avevano appena raggiunto il centro saranno collocati a gruppi in altri centri.

«Sono intervenuta per evitare che la situazione degenerasse. C'era un clima molto pesante, di odio», ha detto la sindaca Raggi (video).
«Sono intervenuta per tutelare i tanti cittadini onesti di quel quartiere e i 33 bambini che rischiavano la vita e l'incolumità personale. Dovere dell'amministrazione è quello di tutelare la vita e l'incolumità delle persone».

Salvini ha aggiunto che
«l'obiettivo è zero campi rom, non con la violenza ma con il rispetto delle leggi. I campi rom non esistono da nessun'altra parte d'Europa, non vedo perché debbano esistere in Italia». E il Pd attacca, chiedendo le dimissioni della Raggi. Per Giorgia Meloni, leader di FdI, invece, «a Torre Maura la Raggi fa esplodere un'altra bomba sociale».
 


 

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