Sputi e insulti ai poliziotti, indagata la prof di matematica in piazza coi centri sociali

La prof di matematica in piazza coi centri sociali: «Sputi e insulti ai poliziotti». Ora è indagata
3 Minuti di Lettura
Martedì 2 Aprile 2019, 17:16 - Ultimo aggiornamento: 18:06

Lei si chiama Maria Giachi, è una professoressa di matematica, ed è indagata per resistenza a pubblico ufficiale dopo che venerdì è scesa in piazza accanto agli attivisti del centro sociale Pedro, a Padova, contro il corteo di Forza Nuova, «a favore dell'aborto e contro i neofascisti». È indagata, scrive il quotidiano Il Gazzettino, perché accusata di aver scalciato e sputato contro le forze dell'ordine dopo aver tentato di forzare il blocco.

LEGGI ANCHE Torino, sotto inchiesta l'insegnante che offese i poliziotti

La professoressa Giachi insegna matematica all'istituto superiore Alberti di Abano: trent'anni, di origini veronesi, già nota alla questura di Padova, potrebbe però avere qualche guaio dopo la sua partecipazione alle manifestazioni di qualche giorno fa. Lei è una femminista convinta e da tempo ha aderito al movimento 'Non una di meno' e partecipa alle iniziative della Marzolo Occupata, ex centro sociale Gramigna: era già stata indagata in passato dopo un blitz degli agenti per liberare uno stabile Ater occupato nel quartiere Palestro. 

L'ufficio scolastico provinciale ha fatto infatti scattare un'indagine interna e ieri la preside dell'Alberti, scrive Il Gazzettino, ha voluto incontrarla faccia a faccia. «È tutto risolto» ha assicurato la giovane insegnante. «Continuerò a fare del mio meglio a scuola. Chi parla di cattivo esempio dovrebbe vedere le lezioni» ha aggiunto. «Non voglio dire niente altro, non è questo il momento di parlare. Darò la mia versione in altre sedi».


L'IRA DELL'ASSESSORE REGIONALE Parole di condanna nei suoi confronti sono arrivate dall'assessore regionale all'Istruzione Elena Donazzan: «Attendo l’esito dell’indagine interna. Se quel tipo di comportamento sarà confermato, credo che la docente vada allontanata dall’ambiente scolastico. Certi atteggiamenti sono incompatibili con il ruolo di insegnante», ha detto. «Le verifiche di ciò che è successo sono in corso - evidenzia -. Spettano alle istituzioni scolastiche, non certo alla Regione. Quel comportamento è diseducativo, senza rispetto per il ruolo che interpreta». 



PAOLONI (SAP): SI VERGOGNI E CHIEDA SCUSA «Non basta fare appello alle proprie competenze e invitare ad assistere alle sue lezioni. Uno dei valori fondamentali nell'insegnamento e nell'educazione è quello dell'esempio. Sicuramente aggredire le forze dell'ordine, sputarvi contro e urlargli 'vi odio', non è un esempio di buona maestra, anche se questa fosse il genio indiscusso della matematica», ha aggiunto invece Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia. «È il secondo episodio di violenza contro le forze dell'ordine che vede coinvolta una maestra, dopo quella di Torino che augurò la morte ai colleghi del Reparto Mobile»

«Accogliamo favorevolmente l'azione del provveditore che ha aperto una inchiesta interna volta all'allontanamento della signora dall'ambiente scolastico. La fierezza delle sue competenze non la esime da un comportamento civile. Non si può essere violenti e pretendere di essere considerati educatori, le due cose non viaggiano di pari passo. Sono incompatibili. La signora farebbe bene a vergognarsi e chiedere scusa. Chi usa violenza contro un uomo in divisa, usa violenza contro lo Stato, e chi non rispetta le istituzioni non ha nulla da insegnare», ha aggiunto Paoloni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA