Revenge porn, pene più severe nella proposta di legge del M5S

Revenge porn, pene più severe nella proposta di legge del M5S
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Giovedì 28 Marzo 2019, 13:04 - Ultimo aggiornamento: 15:34

Una proposta di legge «che colma una lacuna legislativa» attraverso «l'introduzione di un reato autonomo, che punisca la condotta del revenge porn», la diffusione online di immagini a evidente sfondo sessuale senza il consenso del protagonista. Così la senatrice Elvira Evangelista, prima firmataria, ha presentato, in conferenza stampa a Palazzo Madama, la proposta di legge del Movimento 5 Stelle che prevede una stretta sul fenomeno, attraverso un aumento delle pene e attività di prevenzione nelle scuole. Con lei il capogruppo dei 5 Stelle al Senato, Stefano Patuanelli, le giornaliste Selvaggia Lucarelli e Federica Sciarelli, il sottosegretario al Miur Salvatore Giuliano, e Maria Teresa Giglio, la mamma di Tiziana Cantone, la ragazza napoletana che si suicidò dopo la diffusione di immagini che la riguardavano. «Non è possibile che il web e i social siano usati senza regole, come un vero e proprio far west», ha spiegato la senatrice, annunciando l'intenzione di introdurre «un'ulteriore aggravante se il soggetto rappresentato è un minore». «Non è un rincorrere l'emergenza - ha precisato il capogruppo Patuanelli - ma è un'emergenza che va avanti da troppo tempo».

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«Finalmente vedo uno spiraglio di luce in questo labirinto. Non si può sposare l'idea che il web sia un luogo franco da regole. Quello che è reato nella vita reale deve esserlo anche in quella virtuale». Così Maria Teresa Giglio, mamma di Tiziana Cantone, la ragazza napoletana che si suicidò dopo la diffusione online di immagini a sfondo sessuale che la riguardavano, ha espresso la sua soddisfazione intervenendo in Senato.  «Mia figlia ha avuto la sfortuna di imbattersi in un uomo ignobile, che ha ritenuto divertente giocare con la dignità di una ragazza per bene. Per Tiziana non è stato un gioco, Tiziana per questo gioco è morta», ha detto, definendo il fenomeno «una vera e propria piaga sociale».

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