Vercelli, le api adesso si esibiscono in concerto

Vercelli, le api adesso si esibiscono in concerto
di Alessandra Iannello
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Venerdì 29 Marzo 2019, 18:08 - Ultimo aggiornamento: 19:19

“Dialogo per tromba ed ensemble di api operaie”, ovvero come la musica possa diventare un mezzo per salvare le api dall’estinzione. È infatti con questo intento ecologista che il trombettista-compositore Francesco Cilione e l’apicoltore-clarinettista Marco Calvo si sono uniti per realizzare un dialogo in musica unico al mondo. Incuriositi entrambi dal ronzio dei piccoli insetti, hanno pensato di unire i suoni della tromba con quelli provocati dalle ali e dalle zampette delle api.«Io – spiega il compositore vercellese -adoro le api. Credo che chiunque si soffermi a osservarle con un po’ di curiosità e attenzione non possa che rimanere affascinato dalla loro incredibile organizzazione sociale. Fin dall’antichità, del resto, il loro miele è stato ovunque un prodotto amato e ammirato dall’uomo, che non le ha mai considerate come un insetto ostile. Infatti le api pungono solo in casi di estrema necessità e, facendolo, donano la vita per difendere la loro ape regina».

Le api romane sfidano la campagna: il miele della dolce vita

Più in generale, la loro importanza sull’intero ecosistema è inversamente proporzionale alle loro piccole dimensioni. Secondo una ricerca di Coldiretti, nelle campagne italiane ci sono 1,2 milioni gli alveari curati da 45.000 apicoltori tra hobbisti e professionali che generano un valore stimato in più di 2 miliardi di euro per l’attività di impollinazione alle coltivazioni. «Il loro ronzare – continua Cilione - mi ha inconsciamente richiamato a ciò che faccio io per suonare. Sta di fatto che, a un certo punto, mi è sorta quasi spontanea l’idea cercare un “dialogo” con le api. E quale miglior mezzo di dialogo, se non la musica? Ovvero il linguaggio universale per eccellenza: capace di mettere in contatto anche uomo e natura. Dal punto di vista compositivo, dunque, partendo da un chiaro parallelismo con il mondo esagonale delle celle delle api, ho descritto con un linguaggio esatonale il ciclo annuale della vita di un alveare. Si parte dal risveglio in primavera, ci si addentra nella furia laboriosa estiva che precede l’autunno, per concludere infine con l’arrivo dei freddi mesi di riposo».

Il tutto è rappresentato fisicamente da uno strumento originale, inventato da Calvo e Cilione: l’arnia espositiva da concerto, già brevettata e premiata, che fa da controcanto alla linea melodica della tromba “suonando” secondo partitura. «L’arnia da concerto – spiega Calvo – nasce dall’osservazione di una teca impiegata per lo studio del ronzio delle api. Unendo la mia passione per la musica e la capacità compositiva di Francesco ho pensato di creare qualcosa di più nobile». Così partendo dalle frequenze che le api emettono per comunicare fra loro è stata progettata l’arnia da concerto che, grazie a una serie di microfoni, riesce a captare il battito delle ali degli insetti e il ticchettio delle zampette sui telai dell’alveare. «A seconda delle circostanze – continua l’apicoltore – le api emettono un buzz più o meno intenso. Adesso stiamo studiando i diversi contesti che fanno mutare l’intensità». Quando il coro delle api, composto da metà di una famiglia, ovvero fra i venticinquemila e trentamila esemplari, non è in giro per concerti vive a Brozolo nel Monferrato. Ebbene sì, perché proprio come delle dive, dopo aver debuttato nel teatro civico di Chivasso (Torino) le api si preparano a girare per divulgare il loro messaggio ecologista. «Ci piacerebbe – dice Cilione - portare la performance nelle scuole perché potrebbe essere un modo per parlare ai bambini, che sono il nostro futuro. La performance e relativo dibattito infatti, può essere portata quasi ovunque, grazie al fatto che l’arnia espositiva da concerto è stata concepita proprio per questo». Il quasi è dettato dalla distanza del luogo del concerto dalla sede dell’apiario. «Per non stressare le api – conclude Calvo – le mie api non faranno viaggi oltre i 200 – 300 chilometri. Stiamo però valutando collaborazioni con altri apicoltori in luoghi più lontani per poter replicare la performance».
 

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