Friuli: stop a burqa, niqab e caschi negli uffici pubblici e ospedali

Stop a burqa, niqab e caschi negli uffici pubblici e ospedali
di Elisabetta Batic
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Mercoledì 27 Marzo 2019, 11:23 - Ultimo aggiornamento: 12:35

Stop ai burqa, niqab e caschi protettivi nelle strutture pubbliche del Friuli, anche negli ospedali. Il Consiglio regionale ha approvato, a larga maggioranza, la mozione leghista (primo firmatario Antonio Calligaris) che impegna la Giunta a dotarsi di una regolamentazione specifica per rafforzare i sistemi di sicurezza vietando l'uso di indumenti o oggetti che nascondano il viso impedendo l'identificazione e il riconoscimento della persona.
Anche il Pd ha votato a favore, a fronte di un emendamento accolto, firmato da Chiara Da Giau, che evidenzia come il divieto riguardi tutti i mezzi che travisano o mascherano il volto. Unico voto contrario quello di Furio Honsell (Open Sinistra) che ha definito la mozione «un atto che crea discriminazione».

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Da Giau chiarisce: «Avremmo votato questa mozione anche nella passata legislatura se fossero state cambiate alcune premesse ideologiche che tendevano a fare una equivalenza tra l'essere stranieri e portare il velo con il fatto di essere terroristi. La Lega ha accettato di togliere queste subdole insinuazioni».

Accolta all'unanimità la proposta di legge nazionale del Pd (con le firme di Slokar e Ghersinich della Lega) che modifica, prevedendo la querela di parte, la perseguibilità d'ufficio per le lesioni personali stradali gravi e gravissime «che sta inutilmente sovraccaricando gli uffici giudiziari in tutti quei casi in cui in un incidente non ci siano aggravanti», spiega Diego Moretti (Pd), ponendo l'accento sulla necessità di «smaltire l'oggettivo sovraccarico di pratiche a causa di procedimenti penali sproporzionati per i quali non vi è alcuna volontà della vittima di procedere oppure se la stessa è già stata risarcita dall'assicurazione o il conducente del veicolo che ha causato l'incidente ha compilato una constatazione amichevole».

Via libera inoltre alla mozione di Progetto Fvg/Ar (firmata anche dal Movimento 5 stelle) che impegna la Giunta ad avviare con urgenza un tavolo di crisi per il settore della vendita di carburante invitando a valutare l'attivazione di strumenti che riducano l'impatto della concorrenza transfrontaliera. Stando ai dati della Camera di commercio di Gorizia, nel 2017 sono stati venduti 6.623.579 litri di carburante in meno rispetto all'anno prima.

Secondo Cristian Sergo (M5s) «in questo tavolo si dovrà discutere anche sul futuro della mobilità, se continuiamo a puntare sull'incentivo alle auto meno inquinanti, ci sarebbero comunque ripercussioni sui distributori tradizionali». Intanto, un emendamento dell'assessore all'Ambiente Fabio Scoccimarro alla proposta di legge per il recupero della competitività regionale in Aula da oggi estende le agevolazioni per l'acquisto di veicoli a basso impatto ambientale a fronte della rottamazione di quelli a benzina o a gasolio - anche alla classe Euro 4 a fronte di uno stanziamento di 1,4 milioni di euro.

Accolta all'unanimità infine la mozione di Piero Camber (Fi) che chiede alla Giunta di sospendere ogni contributo finanziario, patrocinio o concessione a beneficio di soggetti pubblici e privati che concorrono con qualunque mezzo a negare o a ridurre il dramma delle Foibe dell'Esodo e la loro valenza politica.

In mattinata, Emanuele Zanon (sindaco di Cavasso Nuovo) ha preso il posto di Christian Vaccher nelle file di Progetto Fvg/Ar alla luce del recente verdetto del Tar di Trieste. Ha prestato giuramento sia in italiano che in friulano.
 

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