Marco Pasqua
Romanità
di Marco Pasqua

Se il terrore degli attacchi contro Israele riecheggia fino a Roma con una App

Se il terrore degli attacchi contro Israele riecheggia fino a Roma con una App
di Marco Pasqua
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Martedì 26 Marzo 2019, 20:22 - Ultimo aggiornamento: 28 Marzo, 00:46
Quando in una o più città israeliane suonano le sirene, perché c'è il rischio che uno o più razzi assassini, possano colpire e uccidere persone, anche a Roma c'è chi vive quell'attacco sulla propria pelle. Come in questi giorni, quando, per l'ennesima volta, sono partiti, da Gaza, attacchi il cui unico fine è quello di uccidere adulti e/o bambini innocenti. Quasi tutti gli ebrei romani, infatti, hanno installata sul loro cellulare un App che li avvisa di quando c'è il rischio che un razzo possa colpire una città israeliana. Una delle più popolari si chiama "Red Alert": «Vi avvisa in tempo reale - recita la presentazione della App - ogni volta che un terrorista lancia razzi, mortai o missili contro lo Stato di Israele».



Così, ogni volta che, ad esempio, a Tel Aviv, suonano le sirene, e la popolazione sa che devi rifugiarsi nei bunker, quegli allarmi riecheggiano fino a Roma, sulle bacheche di Facebook. Un po' come avviene con i terremoti, che da sempre hanno un'eco social molto forte. La viralità del terrore, in questo caso, ha due motivazioni. Intanto, perché quasi tutti hanno un parente che vive in Israele, un figlio, dei nonni, un ex, e vuole essere aggiornato sui rischi che sta affrontando. Ma c'è un altro motivo, più profondo, ed è nello spirito di solidarietà e fratellanza con chi si trova, ogni giorno, ad affrontare la minaccia terroristica. «Anche chi non ha nessun parente in Israele, anche chi non è di religione ebraica - faceva osservare qualcuno - dovrebbe installarsi questa App: almeno capirebbe cosa significa vivere in una condizione di pericolo costante». E, spesso, condividere questa realtà, porta anche ad essere svegliati nel cuore della notte, a Roma. Certo, all'ombra del Cupolone non bisogna correre in nessuno rifugio, ma a 2200 chilometri di distanza c'è chi rischia la propria vita, e non per sua scelta, ma per volere del terrorista di turno.  
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