Diciotti, no del Senato al processo per Salvini con 237 voti. Lui: «Non lascerò morire una sola persona»

Diciotti, no del Senato al processo per Salvini. Lui: «Non lascerò morire una sola persona»
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Mercoledì 20 Marzo 2019, 11:19 - Ultimo aggiornamento: 21:56

Negata dall'aula del Senato l'autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell'Interno Matteo Salvini sul caso DiciottiSono 237 i voti ottenuti dalla relazione della giunta delle immunità del Senato che nega l'autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell'Interno Salvini per il caso Diciotti. Contrari 61 e nessun astenuto. Sono stati cinque i senatori (Fabio Di Micco, Alfonso Ciampolillo e Paola Taverna del M5s, Massimo Mallegni di Forza Italia e Achille Totaro di Fratelli d'Italia) che hanno votato dopo le 13, aggiungendosi quindi alla prima votazione. Proclamando i risultati la presidente del Senato Elisabetta Casellati ha detto che i senatori presenti in Aula sono stati 299, i votanti 298 per una maggioranza assoluta dei componenti pari a 161.

«L'intera ricostruzione - ha detto Salvini in Aula - è in linea con le osservazioni del procuratore di Catania che proprio oggi ringrazio perché sono stati compiuti 14 arresti di un clan mafioso per traffico di droga e armi. I ministri passano, le forze ordine e la magistratura sane, restano e quindi li ringrazio perché fanno il loro lavoro». Poi, ha aggiunto: «Non sarò mai il ministro che lascia morire una sola persona nel Mare Mediterraneo senza muovere un dito. Chi sta collaborando per stroncare il traffico di esseri umani sta dando una mano a chi combatte il business dell'immigrazione clandestina. Io e il governo a cui mi onoro di appartenere non saremo mai complici dei trafficanti di droga e di armi».

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«Noi soccorriamo tutti. Perché io non sarò mai il ministro, l'uomo o il membro del governo che lascia morire senza muovere un dito una sola persona del mar Mediterraneo. Mai una sola persona! Questo sia chiaro a tutti! Abbiamo salvato. Abbiamo soccorso. Abbiamo curato. Abbiamo nutrito». Lo ha detto il vice premier Matteo Salvini in un passaggio del suo intervento in aula sul caso Diciotti. «È agli atti che quei quattro giorni di permanenza in un porto italiano in attesa di sbarco, avendo fatto scendere tutti quelli che dovevano scendere, sono serviti, nell'interesse pubblico italiano e rispettando i dettami della Costituzione, che parla di una sovranità del nostro Paese in caso di inadempienze da parte degli altri, a svegliare qualcuno che, evidentemente, stava dormendo. Quindi, quei quattro giorni sono stati risolutivi, ma non abbastanza per qualcuno, evidentemente».

«Aderendo a una richiesta del 19 agosto -ha ricordato- (e c'è una nota verbale, perché non sono parole, ma è tutto per iscritto), il Direttore generale affari interni della Commissione europea ha convocato, per il 21 agosto successivo, una riunione, tenutasi tre giorni dopo, il 24 agosto.
In quelle ore si è risolto il problema, senza esporre a nessun rischio gli ospiti della nave Diciotti. Volevamo coinvolgere la comunità internazionale che, fino a un mese prima, non muoveva un dito». «Ci siamo riusciti e i numeri che vi ho portato prima a testimonianza mi sembra siano evidenti. Addirittura, la Capitaneria di porto, per iscritto, aveva parlato di una guerra con Malta. Quindi -ha sottolineato Salvini- più interesse pubblico nazionale, più rispetto dei diritti previsti dalla Costituzione italiana in questa fattispecie non si potevano esercitare, dal mio punto di vista».

 

Le cose si fanno in due«Il governo ha sviluppato misure e azioni per la lotta al contrasto dell'immigrazione clandestina e ringrazio i colleghi Cinque Stelle perché le cose si fanno in due evidentemente».

«Di solito parlo a braccio, ma quando si tratta di un reato, quando si mette in dubbio che abbia abusato del mio potere mettendo a rischio la sicurezza dei miei e vostri figli, scusate, ma mi emoziono».

«Mai pensato di intervenire per sequestro di persona». L'ha detto il ministro dell'Interno Matteo Salvini intervenendo al Senato sul caso Diciotti e sull'autorizzazione a procedere nei suoi confronti.

«Si legge nella ricostruzione del tribunale che il dirottamento, si parla addirittura di dirottamento imposto dai maltesi, ha comportato un allungamento della traversata invece di 50 miglia e non 100. E ogni riferimento alla vicenda della nave Mare Jonio mettendo a rischio le persone, è esattamente la fattispecie simile». L'ha detto il ministro dell'Interno Matteo Salvini intervenendo al Senato sul caso Diciotti e sull'autorizzazione a procedere nei suoi confronti.

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