Con il verdetto depositato oggi si ribalta la decisione della Corte di Appello di Milano che, nel 2015, aveva stabilito che l'hosting provider non era tenuto a rimuovere i video tutelati né tantomeno a pagare penali.
La Corte Suprema, rimettendo la causa nelle mani dei giudici milanesi, ha dato indicazione di ritenere Yahoo - e gli hosting provider in generale - obbligato a rimuovere i video protetti dal copyright in presenza di diffida o anche solo usando la diligenza "che è ragionevole attendersi da un operatore professionale della rete", e tutte le volte che in qualunque modo sia stato "edotto" di violare il copyright propagando video.
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