Pediatra abusa di 31 bambini nel suo studio e confessa dopo 20 anni: «Sono malato, curatemi»

Pediatra abusa di 31 bambini nel suo studio e confessa dopo 20 anni: «Sono malato, curatemi»
di Federica Macagnone
2 Minuti di Lettura
Lunedì 18 Marzo 2019, 17:31
Dopo aver abusato sessualmente per decenni di almeno 31 bambini, per Johnnie Barto, 71enne stimatissimo pediatra di Johnstown, in Pennsylvania, è finalmente arrivata l'ora della resa dei conti. Barto, che fin dagli anni '90 era riuscito a farla franca nonostante nel 2000 fosse stata aperta un'inchiesta su di lui, è stato finalmente costretto a gettare la maschera e a confessare tutti gli abusi compiuti nel suo studio e in ospedale su quei ragazzini che, a parte un bimbo piccolissimo, avevano tutti tra gli 8 e i 12 anni. E solo al momento della confessione, forse, ha realizzato in quale abisso d'orrore avesse gettato la propria vita e quella delle sue vittime, tanto da ammettere di essere una persona malata e di aver bisogno di essere curato dalla sua ossessione morbosa per i bambini. Sospeso dall'Ordine dei medici e incarcerato, e con la sentenza del tribunale in arrivo, Barto aspetta ora solo di sapere quale condanna gli verrà inflitta.

Violentato dal ragazzo della sorella, 12enne tenta il suicidio: appello della madre per salvarlo

Si tratterà, in ogni caso, di una condanna che arriverà con quasi 20 anni di ritardo. Denunce contro di lui, infatti, erano già state sporte nel 2000, quando fu accusato di aver abusato sessualmente di due bambine e venne trascinato davanti al Consiglio di Medicina della Pennsylvania. All'epoca, però, il caso fu archiviato: da un lato perché le prove non si rivelarono sufficienti, dall'altro perché il pediatra godeva di un grande sostegno nella comunità, dove era ritenuto un professionista integerrimo. Forte dell'assoluzione, che provocò forti proteste e indignazione da parte delle vittime, Barto continuò negli anni ad approfittare di molti altri ragazzini fino all'arresto avvenuto nel gennaio 2018. Dopo aver negato disperatamente, alla fine è crollato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA