In ogni caso il caso dell'arcivescovo di Lione scuote la Chiesa nel profondo perchè si tratta della prima sentenza europea contro le coperture garantite da un vescovo a un pedofilo.
Nel caso che il Papa accettasse immediatamente le dimissioni di Barbarin (cosa che a molti in Vaticano appare qualcosa di improbabile, visto che in genere si attende la sentenza di appello) dovrebbe nominare un amministratore apostolico per la sede di Lione. Il bollettino della sala stampa non fa menzione ad alcun provvedimento, se non dell'avvenuta riunione a Santa Marta tra il cardinale francese e il pontefice.
Nella messa mattutina a Santa Marta, però, il Papa stamattina è tornato a parlare della misericordia di Dio, quella forza capace di perdonare le azioni più «brutte» concludendo che non bisogno giudicare gli altri, nè condannarli ma perdonare: in questo modo, ha detto, si imita la misericordia del Padre. «La misericordia di Dio è una cosa tanto grande, tanto grande. Non dimentichiamo questo - ha detto il Pontefice -. Quanta gente dice: 'Io ho fatto delle cose tanto brutte. Io ho comprato il mio posto nell'inferno, non potrò tornare indietrò. Ma pensa alla misericordia di Dio?»
Per mettersi nel solco della misericordia, Gesù indica tre consigli pratici. Anzitutto non «giudicare»: una «brutta abitudine» da cui astenersi, soprattutto in questo tempo di Quaresima. «È un'abitudine che si immischia nella nostra vita anche senza che noi ci accorgiamo. Sempre! - ha sottolineato Francesco - Anche per iniziare un colloquio: 'Hai visto quello cosa ha fatto?'. Il giudizio sull'altro. Pensiamo quante volte al giorno noi giudichiamo. Ma per favore! Sembriamo giudici mancati tutti, no! Tutti».
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