LE REAZIONI - «La sperimentazione è partita da pochi giorni, ma gli studenti, mi dicono i docenti referenti, si sono dimostrati subito attenti e partecipi» riferisce la Dirigente scolastica Patrizia Sciarma. «Il percorso è destinato a sostenere gli alunni nella consapevolezza delle finalità formative dell’indirizzo prescelto e nell’acquisizione di alcune competenze di base utili per andare gradualmente a costruire un profilo professionale con ottime prospettive di occupabilità», continua la preside, precisando che il primo modulo didattico è stato dedicato al quadro normativo che regola i diritti delle persone con disabilità.
IL PATRIMONIO ARTISTICO - «Le tematiche che andremo ad affrontare con i ragazzi – spiega Stefano Galloni, direttore generale di Anffas Ostia – sono varie: dagli aspetti legislativi legati alla tutela delle persone con disabilità alle barriere architettoniche, dal concetto di salute e disabilità alle principali tipologie di disabilità e loro conseguenze sulla vita delle persone che ne sono portatrici». Ma si parlerà anche di aspetti più etici, pratici e relazionali: «In diverse occasioni ufficiali abbiamo sottolineato la necessità di dare agli istituti professionali una forte impronta lavorativa – aggiunge – Per questo parleremo della fruizione turistica da parte delle persone con disabilità, non solo italiane, ma anche straniere, per le quali l’Italia, grazie al suo patrimonio storico, artistico e culturale rappresenta uno dei più importanti poli attrattivi».
IL FUTURO - Tra gli obiettivi della sperimentazione ci sarà quello di creare un profilo professionale congruo a dare risposta alla immensa e diversificata domanda turistica di tipo accessibile non ancora accolta. «E – continua Galloni – quello di avere una base scolastica utile al posizionamento lavorativo all’uscita dal percorso d’istruzione. Di fatto l’intera offerta di lavoro nel turismo sociale è attualmente coperta da personale privo di sostegni a livello di istruzione secondaria di secondo grado. Ecco perché insieme alla dirigente scolastica Patrizia Sciarma abbiamo deciso di proporre la disabilità come materia di studio», conclude.
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