Eni, aumenta il dividendo 2019. Nel piano 33 miliardi di investimenti fino al 2022

Claudio Descalzi
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Venerdì 15 Marzo 2019, 11:45 - Ultimo aggiornamento: 19:42
L'Eni aumenta il dividendo. Il gruppo petrolifero distribuirà nel 2019 una cedola di 0,86 euro per azione, in crescita del 3,6% rispetto al 2018. Nel piano 2019-2022 del Cane a sei zampe, presentato oggi, sono previsti poi investimenti per 33 miliardi nel quadriennio e 8 miliardi nel 2019.

«Nell'upstream continueremo a crescere in modo organico. Grazie alla grande quantità di nuovi permessi in bacini ad alto potenziale, puntiamo a realizzare 2,5 miliardi di barili di nuove risorse perforando 140 pozzi esplorativi nei quattro anni - afferma Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni. La produzione crescerà, nel periodo di Piano e oltre, del 3,5% su base annua, pari a circa 3 miliardi di barili di olio equivalente di riserve. Continueremo a mantenere una forte disciplina sugli investimenti e ci aspettiamo che i nostri nuovi progetti di sviluppo raggiungeranno il breakeven a un prezzo del greggio di 25 dollari al barile».

«Abbiamo significativamente migliorato il nostro portafoglio così come dimostrato dai risultati 2018. Nei prossimi quattro anni continueremo a perseguire il nostro modello distintivo di crescita sostenibile combinata a una rigorosa disciplina finanziaria, migliorando ulteriormente la nostra cash neutrality, prevista a 50 dollari al barile a fine Piano», aggiunge Descalzi. In pratica, il prezzo del petrolio deve essere almeno a 50 dollari per ripagare con la cassa generata gli investimenti fatti per esplorare nuovi pozzi.

Degli 8 miliardi di investimenti previsti da Eni per il 2019 «la parte italiana è di 2,3/2,4 miliardi», precisa poi l'amministratore delgato dell'Eni, spiegando che «è una quota stabile», che «dipende da quello che riusciamo a fare in termini di permessi e di burocrazia». Sono investimenti - spiega - concentrati su «upstream, raffineria e chimica verde e moltissimo su fonti rinnovabili ed economia circolare» . Descalzi ha citato il polo di Porto Marghera (Venezia) per la raffinazione verde e di Gela (Caltanissetta) in cui si ricava «olio combustibile e acqua per l'agricoltura» dai rifiuti organici.

Eni punta inoltre a «far crescere il business delle rinnovabili in modo organico nel periodo del Piano». Quanto alla decarbonizzazione, Descalzi ha spiegato che «è parte preponderante delle nostre ambizioni per il futuro. Affrontare la doppia sfida da un lato di soddisfare i crescenti bisogni di energia, dall'altro di ridurre le emissioni in linea con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi, rappresenta una priorità strategica per il nostro cda. Come primo passo, il nostro obiettivo è quello di eliminare le emissioni nette dell'upstream entro il 2030».

Eni infine ha avviato un programma di buy back per un ammontare di 400 milioni di euro nel 2019. 

Cauta l'accoglienza della Borsa al piano dell'Eni: il titolo è praticamente fermo a 15,59 euro (+0,32%).

 
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