Salvini-Raggi, asse anti-barbari: «Fondo Uefa e via il passaporto»

Salvini-Raggi, asse anti-barbari: «Fondo Uefa e via il passaporto»
di Lorenzo De Cicco
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Venerdì 15 Marzo 2019, 10:14 - Ultimo aggiornamento: 17:09
La versione hard del provvedimento, caldeggiata dal Campidoglio, prevede il sequestro del passaporto per i barbari in gita nell'Urbe, che siano ultrà scalmanati o turisti incivili. Fino a quando non pagano i danni, niente documenti. E, di conseguenza, niente rientro in patria. «Modello inglese», lo chiamano a Palazzo Senatorio, molto severo ma di non facilissima attuazione, qui da noi. L'alternativa, più rapida, è una legge che permetta ai Comuni di far saldare immediatamente le contravvenzioni agli stranieri beccati dagli agenti della Municipale. Il vecchio «Che fa, concilia?» sparito dal Codice della strada nel 1993. Le due misure sono state discusse ieri al Viminale, il vicepremier Matteo Salvini da una parte, la sindaca di Roma, Virginia Raggi, dall'altra.

Archiviati gli screzi dell'ultimo anno, il capo del Carroccio e la prima cittadina pentastellata, hanno parlato di una misura su cui entrambi sembrano trovarsi d'accordo: serve una stretta contro chi viene nel nostro Paese, in particolare nella Capitale, e si intrattiene con saccheggi, atti vandalici, devastazioni varie. Non solo ultrà, quindi, ma anche turisti con la passione dello sfregio, dall'autobus imbrattato all'incisione sul Colosseo. Gente che cala a Roma e poi, una volta rientrata nel proprio Paese, non paga quasi mai le multe spedite dal Campidoglio.

LA FUGA
Solo il 14% degli stranieri, nel 2018, ha messo mano alla carta di credito per saldare il conto con la Città eterna (addirittura peggio del 2017, quando l'asticella si era fermata a quota 16,6%). Francesi, spagnoli, russi, tedeschi. Va detto che non in tutte le città, lungo lo Stivale, i numeri sono così desolanti. A Milano le cose vanno un po' meglio: nel 2017 il Comune meneghino è riuscito a farsi pagare la metà delle notifiche inviate oltreconfine. Tre volte tanto rispetto a Roma, ma è comunque poco rispetto al totale dei verbali staccati. Soldi che i Comuni mettono a bilancio e che, a fine anno, non vengono incassati.
Quanto agli ultrà violenti, Salvini e Raggi ieri hanno chiesto alla Uefa di attivarsi per creare un fondo ad hoc che risarcisca i danni causati da chi è in trasferta. «Tra le ipotesi, c'è anche l'obbligo del pagamento immediato delle sanzioni e un ancora più efficace Daspo per allontanare i cosiddetti barbari», hanno scritto Viminale e Campidoglio in una nota congiunta.

L'ALLONTANAMENTO
Si lavorerà quindi sull'ampliamento del «Daspo urbano», misura introdotta dall'ex ministro Marco Minniti nel 2017 e che dà ai sindaci la possibilità di allontanare da alcune zone, tramite segnalazione alla Questura, chi è responsabile di «situazioni di grande incuria o degrado del territorio, dell'ambiente e del patrimonio culturale o crea un pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana». Salvini ha già cambiato il «Daspo» di Minniti poco dopo essere arrivato al Viminale. E ha previsto, il leader della Lega, che si possa applicare anche per episodi che avvengono vicino agli ospedali o nei pressi di fiere, mercati e spettacoli pubblici. Su richiesta di Raggi, che ha scritto al ministro dell'Interno il 27 febbraio, ora si pensa a un ulteriore, massiccio ritocco. Per impedire a chi si è già fatto notare per comportamenti molesti di ripresentarsi nella Capitale o nelle altre città d'arte. Un «divieto di ritorno», di lunga durata, da attuare naturalmente in accordo con le ambasciate. Obiettivo: la creazione di una black list degli ospiti «non graditi».
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