Bimba nata tetraplegica, medici condannati. Le assicurazioni: «Restituite il risarcimento, non vivrà»

Bimba nata tetraplegica, medici condannati. Le assicurazioni: «Rrestituite il risarcimento, non vivrà»
4 Minuti di Lettura
Giovedì 14 Marzo 2019, 10:28 - Ultimo aggiornamento: 12:48

La piccola Eleonora Gavazzeni è invalida al 100% dalla nascita: colpa di una tetraplegica spastica causata da alcune lesioni neurologiche intervenute durante il parto, all'ospedale di Rovigo nella notte tra il 2 e il 3 dicembre 2008. Del suo caso si erano occupate anche Le Iene, in un servizio di qualche mese fa, in cui vennero descritte le negligenze da parte dei medici dell'ospedale, e l'atteggiamento ostile degli stessi medici condannati in tribunale nei confronti degli inviati di Italia 1.

Influenza, morto un 61enne a Ferrara per il virus H1N1: è il secondo caso in città





Lo scorso 19 settembre il giudice Pierangela Congiu del Tribunale civile di Rovigo ha stabilito un risarcimento record di oltre 5 milioni di euro per la bambina e per la madre: ma ieri, nell'udienza di fronte alla quarta sezione civile della Corte d'Appello di Venezia - chiamata ad esprimersi sul ricorso contro la sentenza di primo grado - è avvenuto qualcosa che ha fatto imbufalire e indignare i genitori. Le compagnie assicurative infatti hanno ritenuto il risarcimento troppo alto perché alla piccola Eleonora, secondo le aspettative di alcuni medici, non è rimasto molto da vivere.

Il caso della bimba era tornato alla ribalta televisiva dopo i 'rallentamenti' nel pagamento del risarcimento, in particolare di 4,7 milioni di euro circa, suddivisi in 1,9 milioni di danno non patrimoniale e oltre 2.7 milioni di danno patrimoniale, riconoscendo una spesa di circa tremila euro al mese per 70 anni per far fronte alle spese che i genitori di Eleonora dovranno fronteggiare per tutta la vita. La famiglia, originaria di Bergamo, dopo un periodo a Rovigo si è poi trasferita vicino a Ravenna dove Eleonora fa ossigenoterapia.

L'ASPETTATIVA DI VITA Ma 70 anni per qualcuno sono troppi: dato che la bimba potrebbe sopravvivere meno, per qualcuno i genitori dovrebbero rinunciare al risarcimento o restituirlo. Come ha spiegato al quotidiano Il Gazzettino l'avvocato Mario Cicchetti, che assiste la famiglia nelle lunghe battaglie legali penalmente e civilmente, «le due compagnie assicuratrici dell'Ulss Polesana e delle due dottoresse, AmTrust e Lloyd’s, hanno presentato due pareri con i quali si vorrebbe rideterminare l'ammontare del risarcimento, sulla base di una presunta aspettativa di vita della bambina, che per il dottor Claudio Rota dell'ospedale di Sassuolo sarebbe fra i 30 e i 40 anni e per il professor Marcello Orzalesi sarebbe addirittura fra i 10 e i 20 anni, cioè Eleonora dovrebbe essere già morente perché ha già 10 anni»

«Da parte dell'Ulss Polesana - continua l'avvocato - si è tornati a mettere in discussione la responsabilità delle dottoresse, che è stata accertata dalla sentenza della Terza sezione penale d'Appello, quasi che si volesse ricominciare da capo dopo anni di sentenze. Se non ci fosse stato l'errore medico Eleonora avrebbe una vita normale, questi argomenti definiscono umanamente chi li sostiene. Da parte nostra, abbiamo quindi chiesto che venissero acquisite le registrazioni della trasmissione “Le Iene”, perché il direttore generale dell'Ulss ha ammesso che si è trattato di un errore medico eclatante». 

LA RABBIA DEI GENITORI I genitori di Eleonora non l'hanno presa bene. «Non possiamo che provare rabbia, stanchezza e frustrazione, nel vedere come nostra figlia sia considerata come un oggetto, senza un cuore e senza un'anima: per soldi si infierisce ancora su una bambina che è stata condannata ad una vita in gabbia per colpa di errori altrui e qualcuno si permette di dire quanti anni vivrà senza nemmeno visitarla, dicendo che siccome morirà presto dobbiamo restituire il risarcimento che il giudice in primo grado ha deciso con una sentenza esecutiva».

Alla mamma, Benedetta Carminati, trema la voce: «Ma queste persone come fanno a guardarsi allo specchio? Vorrei vedere loro al posto nostro davanti a medici che senza nemmeno visitare nostra figlia si permettono di dire quanto vivrà, parlando della sua morte così, solo affidandosi alle statistiche, ma non sapendo nemmeno quali sono le sue condizioni. Perché non sanno che non è attaccata a macchinari, che fa musicoterapia, che sorride, che ha un suo carattere, che si esprime, che va in piscina, che fa dei lavoretti con le maestre di sostegno, che canta con suo papà, che non ha mai avuto crisi epilettiche e che i farmaci li prende per prevenzione, che mangia autonomamente, anche se imboccata, perché le sue manine non stanno dritte. Questa è la sua vita, non l'ha scelta lei e lei non ha colpe. Le colpe sono di altri: se fosse stato fatto un cesareo sarebbe una bambina normale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA