Conte però assicura: "Operiamo per un futuro di crescita e sviluppo e il memorandum con la Cina offre preziose opportunità per le nostre imprese", aveva anticipato il Presidente del Consiglio Conte in una intervista al Corriere della Sera, proprio in riferimento all'intesa con Pechino, al centro del dibattito nelle scorse ore che aveva fatto storcere il naso agli Usa e allarmato dalle parti di Bruxelles.
"Il testo, che abbiamo negoziato per molti mesi con la Cina, imposta la collaborazione in modo equilibrato e mutualmente vantaggioso", spiega ancora, difendendo dunque con forza ragioni e obiettivi dell'intesa.
Rispediti al mittente anche i timori del Vicepremier Salvini che sull'argomento aveva mostrato nelle scorse ore più di qualche perplessità: "Nessun rischio di colonizzazione, sottolinea ancora Conte. "Le ragioni della prudenza sono pienamente condivise all'interno del Governo: la tutela della sicurezza nazionale, anche sul piano economico, è un valore fondamentale che intendiamo rafforzare".
LA PREOCCUPAZIONE DEGLI USA - Nel frattempo, nella serata di ieri è arrivato l'ennesimo warning del Dipartimento di Stato Usa: anche l'Italia valuti "rigorosamente" i rischi di fornitori soggetti a governi stranieri prima di prendere qualsiasi decisione su infrastrutture critiche come la rete 5G. Una posizione condivisa sia dal Quirinale che da Palazzo Chigi che, proprio per questo, spazza il campo da qualsiasi dubbio e anzi si affretta a sottolineare che il memorandum d'intesa con la Cina è molto meno pregnante di tanti altri siglati bilateralmente da altri Paesi europei - sono già 13 i Paesi Ue che lo hanno siglato - e che le regole d'ingaggio italiane riguardo agli accordi con Pechino sono "molto più severe e stringenti del documento dell'Unione europea". Ma soprattutto che il problema del 5g non c'entra nulla con questo memorandum ed è - si rassicura l'alleato americano - un tema sensibilissimo anche per l'Italia.
A gettare acqua sul fuoco, ci pensa anche una dichiarazione da Bruxelles dove si precisa che "gli stati membri non possono negoziare accordi in contraddizione con la legislazione europea".
(Foto: Per gentile concessione della Presidenza della Repubblica)
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