Subito è scattato il ricovero nel reparto di Pediatria, in isolamento, mentre il Dipartimento di Salute pubblica dell'Ausl Romagna ha avviato un'indagine epidemiologica tra familiari, parenti, amici e anche in ambito scolastico e nel giro sportivo per risalire all'origine dell'infezione. «L'impiego su larga scala delle vaccinazioni pediatriche», ricorda Raffaella Angelini, direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica dell'Ausl Romagna, «è mirato principalmente alla protezione individuale di coloro che le effettuano», ma «la pratica vaccinale ha anche lo scopo di proteggere coloro che, a seguito di problemi di salute, non possono effettuare le vaccinazioni: infatti se la percentuale di popolazione vaccinata supera il 95%, valore cosiddetto della 'immunità di greggè, le persone che non possono vaccinarsi, ad esempio per grave immunodepressione, non corrono ugualmente il rischio di ammalarsi».
«In virtù delle recenti normative nazionali e regionali sull'obbligo vaccinale - aggiunge la dottoressa - in tutti i territori della Romagna la percentuale di copertura vaccinale è aumentata in maniera significativa.
Questo è accaduto anche a Rimini, dove anzi l'incremento delle coperture è stato tra i più significativi. Ciò nonostante, a causa dei livelli pregressi estremamente bassi, la media del territorio provinciale riminese non ha ancora raggiunto la soglia del 95%, che sarebbe molto importante per proteggere le persone immunodepresse», come la ragazzina trapiantata colpita da morbillo.
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