Violentata a 11 anni dal nonno e costretta al parto: tenta il suicidio e il figlio muore

Violentata a 11 anni dal nonno e costretta al cesareo: tanta il suicidio e il figlio muore
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Martedì 12 Marzo 2019, 17:08 - Ultimo aggiornamento: 14 Marzo, 16:00

Il compagno della nonna la violentava: stupri ripetuti, finché non è rimasta incinta ad appena 11 anni. Le è stato negato l’aborto, ha tentato di uccidersi due volte, e alla fine è stata fatta partorire con un cesareo d’urgenza: l’Argentina è sotto choc per la storia di Lucia (nome di fantasia), con i social che hanno lanciato l’hashtag #ninasnomadres per sottolineare il fatto che la piccola vittima non è una madre, ma solo una bambina.

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La gravidanza è finita poi in modo tragico (il figlioletto non è sopravvissuto), ma ciò che più colpisce di questa tragedia è l’atteggiamento dei medici: per oltre un mese infatti la bambina ha chiesto di abortire, ma i dottori si rifutavano o prendevano tempo, per via delle proprie «convinzioni personali». L’aborto infatti in Argentina è illegale: si pratica solo se la gravidanza mette a rischio la vita della futura mamma, o nei casi comprovati di stupro. Se si sceglie di abortire al di fuori dalla legge, si rischiano 4 anni di carcere.



I medici, nonostante il caso di Lucia fosse appunto di violenza sessuale, non hanno accettato le sue richieste. Per due volte ha tentato il suicidio, prima del cesareo d’urgenza. Le associazioni femministe hanno cavalcato l’onda delle polemiche, e in tanti sul web, comprese alcune famosi attrici argentine, stanno postando le loro foto da bambine, con hashtag #ninasnomadres (bambine, non madri), per spiegare come a quell’età si sia ancora bambine, e non si dovrebbe crescere il figlio del proprio stupratore.
 

 
 

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