Chiude l'esposizione, contraltare delle opere su carta, un solo quadro. Proveniente dalla Pinacoteca Ambrosiana, il dipinto è attribuito a Gian Giacomo Caprotti detto Salaino e raffigura il Busto del Redentore. Nell'allestimento, introduce un argomento nuovo, non trattandosi di un'opera riconosciuta come di Leonardo, e non essendo riconducibile al rapporto del maestro con la sua città. Il dipinto tuttavia è connesso, per vie ancora misteriose ma inequivocabili, al Salaino, del quale reca la firma, o il soprannome, Salai, uno degli assistenti più cari a Leonardo.
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