Roma, baby Zaniolo e quel gran desiderio di un derby eterno

Roma, baby Zaniolo e quel gran desiderio di un derby eterno
di Alessandro Angeloni
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Venerdì 1 Marzo 2019, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 12:29
È la piccola storia di un (presunto) brutto anatroccolo, scartato dalla Fiorentina, utilizzato dall’Inter come moneta di scambio per arrivare a Nainggolan. E’ arrivato a Roma per guardare di nascosto l’effetto che faceva ed è stato utilizzato come titolare per la prima volta a Madrid in Champions - si narra - anche per dare un esempio a chi, a Trigoria, non era capace di lavorare come lui; stava per essere girato in prestito per andarsi a fare le ossa, perché a Trigoria c’era il tutto esaurito. E poi? Eccolo, Nicolò Zaniolo, anni 19, trequartista/esterno d’attacco, mezz’ala, tuttocampista. Uomo/ragazzo ormai sulla bocca e sui taccuini di tutti i direttori sportivi d’Italia e non solo: perché è giovane, guadagna poco e si può ancora prendere a cifre non stratosferiche.
CARATTERE
Nicolò è al suo primo derby e tra poco al suo primo contratto vero, milionario, quello che ti cambia la vita. Nel girone di andata aveva appena esordito in serie A (contro il Frosinone, dopo aver vissuto la prima in assoluto da titolare a Madrid contro il Real, una settimana prima), ma nel derby di tre giorni dopo per lui non v’è stato spazio nella vittoria giallorossa: all’epoca di trequartisti ce n’erano già abbastanza, non si sapeva nemmeno dove metterli. E lui, in tutto questo, non era minimamente calcolato. Prima Pastore, poi Pellegrini gli hanno rubato la scena, che si è abbondantemente preso con lo scorrere del tempo, perché le cose, quando devono venire, arrivano. Mancini lo ha chiamato, Di Francesco lo ha valorizzato e adesso Zaniolo è diventato il fenomeno di tutti, gli è bastato poco. Oggi è uno che «è meglio non parlarne» ma ne parlano tutti; uno che «deve continuare a vivere nell’ombra» e poi gioca sempre e ora sta per discutere un futuro da top. Zaniolo è giocatore da blindare, anche se nel calcio non è trattenibile nessuno, figuriamoci un giovane come lui e da un club che in questi anni ha sempre ceduto i pezzi migliori, anche procurando qualche dolore alla gente. Ci sta, ma si pensa che con Zaniolo alla fine sia diverso. Forse.
ESTERNO
Contro la Lazio, molto probabilmente, giocherà ancora da esterno alto, un ruolo che - a detta di tanti - gli si cuce poco addosso. E lui invece che fa? In quel ruolo segna due gol al Porto, in Champions League, non al torneo dei circoli. E’ un ragazzo che deve crescere ma a guardarlo da fuori sembra avere la testa giusta, matura, e basti vedere come ha gestito l’invasiva intervista alle Iene, quella che ha coinvolto la mamma (Francesca) e che ha portato la iena a chiedere scusa a lui e, appunto, alla mamma, per esser andato in quell’occasione un po’ oltre la decenza. Tutto ricomposto, insomma, col tocco del campioncino, che ha messo il muso e tirato fuori i muscoli, un po’ come fa in campo. Campione in divenire, ma campione ancora no. Il campione si vede - oltre che dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia - anche da come interpreta partite tipo il derby: lui non è romano, non è nato romanista, ma la Roma oggi la sente dentro. Ci si aspetta da lui una serenità da derby che non è proprio dei nati nella capitale con la maglia giallorossa addosso. Totti ci ha messo un po’ ad alleggerire le tensioni (oggi è talmente rilassato che, dialogando su Instagram con Dzeko, ha sbagliato il giorno della partita), De Rossi forse non ce l’ha mai fatta e un po’ i derby li soffre ancora, e parliamo di due simboli della Roma, di ieri e di oggi. Zaniolo si candida a quello di domani. Se mai Nicolò dovesse viverlo alla Delvecchio sarebbe tanto: Marco, milanese e romanista della seconda ora, di derby ne ha decisi tanti, sentendoli senza sentirli. Nicolò Zaniolo è di Massa. Ecco.
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